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Addio a Etrio Fidora, storica firma de “L’Ora”, protagonista di una lunga stagione di battaglie giornalistiche


Etrio Fidora a Trieste - 2015E’ scomparso oggi nella sua casa di Trieste Etrio Fidora, storica firma del giornalismo siciliano. Aveva compiuto 85 anni lo scorso 19 ottobre. Il suo nome è legato agli anni d’oro del giornalismo d’inchiesta, e in particolare del quotidiano l’Ora, nel quale Fidora aveva percorso tutti i gradini da corrispondente, a cronista e redattore politico-parlamentare, capocronista, vice direttore e poi direttore dal 1976 al 1978, fino alla chiusura del giornale il 9 maggio 1992. "Un grande interprete - sottolinea il segretario regionale Alberto Cicero - degli anni d'oro del giornalismo d'inchiesta, e in particolare del quotidiano l'Ora. Una figura carismatica, sempre in prima linea nelle numerose battaglie e inchieste che il giornale l’Ora condusse in quegli anni per svelare l’avanzata di Cosa Nostra e i suoi legami con il mondo degli affari e della politica". Inchieste che gli procurarono il poco invidiabile record di 86 querele per diffamazione, tutte conclusesi con l’assoluzione, a conferma di un modo di fare giornalismo "all’antica" fondato sulla ricerca, l’approfondimento e la verifica delle notizie. Come direttore del quotidiano fu condannato in primo grado, negli anni settanta, ad un anno di carcere senza condizionale e alla sospensione dall'Ordine dei giornalisti, sentenza poi annullata in Cassazione, e il caso suscitò una mobilitazione nazionale che coinvolse personalità come Indro Montanelli, Enzo Biagi, Guido Gonella, Arrigo Petacco. Carattere duro, rigoroso e inflessibile, mise il suo impegno professionale anche al servizio degli organismi di categoria, all’interno dell’Assostampa Sicilia come Consigliere, componente di giunta dagli anni ’60 fino al 2000, ma rivestì anche la carica di Presidente fra il 1989 e il 1992. Assunse anche importanti ruoli sindacali a livello nazionale come Consigliere nazionale della Fnsi fra gli anni ’70 e ’80 e dall’82 all’84 vice segretario nazionale.   Fu anche Consigliere dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia fra il ’69 e il 1970. Fra gli anni ’90 e 2000 fu docente all’Università di Palermo in tecniche del linguaggio dei media e tecniche della comunicazione e condirettore della testata giornalistica Ateneonline. All’Università di Trieste, la sua amatissima città natale, insegnò presso le Facoltà di Lettere e Filosofia e di Scienze della Formazione.

L’Associazione siciliana della stampa nel ricordare la figura carismatica di Etrio Fidora si associa al dolore del figlio Dario, collega e consigliere regionale dell’Assostampa, e dei familiari


Il cordoglio della FNSI per la morte di Etrio Fidora, firma storica de L'Ora, a lungo impegnato nel sindacato

La Federazione nazionale della stampa italiana ricorda con grande commozione il collega Etrio Fidora, firma storica de L’Ora, protagonista di una lunga stagione di battaglie giornalistiche e per lungo tempo impegnato nel sindacato di categoria, come presidente dell'Associazione Siciliana della stampa e componente della giunta esecutiva della FNSI.
Fidora si è spento a Trieste, dove era nato, 85 anni fa. Nel 1955 era arrivato a L’Ora di Palermo dove è stato cronista politico-parlamentare, inviato, redattore capo, direttore e, nell'ultima fase di vita del giornale, anche direttore editoriale.
Cronista appassionato, contribuì con le sue inchieste a rivelare gli affari e le collusioni della mafia con la politica e il potere e questo gli procuro, insieme agli altri dirigenti del giornale, una lunga serie di guai giudiziari. La sua condanna, come direttore del giornale negli anni Settanta, a un anno di carcere senza condizionale e alla sospensione per un anno dall'Ordine dei giornalisti, poi annullata in Cassazione, suscitò la mobilitazione del mondo giornalistico con interventi di Indro Montanelli, Enzo Biagi, Guido Gonella e della Federazione della Stampa.
“Un chiaro esempio di giornalista dalla schiena dritta che non si è mai piegato alle pressioni e ai tentativi di condizionare e ridurre al silenzio la stampa”, ha ricordato il segretario generale, Raffaele Lorusso.

Al figlio Dario, anch’egli giornalista e componente della Commissione nazionale lavoro autonomo della FNSI, alla famiglia, ai colleghi e amici che lo hanno conosciuto, il cordoglio della Federazione nazionale della stampa.


I giornalisti pensionati siciliani piangono per la scomparsa di Etrio Fidora, che fu dirigente sindacale dell'Assostampa, giornalista di grande talento, amministratore e direttore del giornale L'Ora ma che soprattutto ha avuto la capacità di formare decine di giornalisti che ancora oggi portano in tutta Italia con orgoglio il nome della Sicilia. Da anni Etrio si era trasferito a Trieste ma , fino alla chiusura , ha mantenuto un rapporto vivo con Palermo e con la Sicilia grazie ai suoi interventi, attualissimi su Ateneonline, il giornale on line della scuola di giornalismo di Palermo. Memorabili i confronti in campo sindacale tra Etrio, portatore di una linea progressista del sindacato e Orlando Scarlata espressione di un giornalismo moderato portato più al dialogo con la controparte editoriale che allo scontro.

In questo momento di dolore , quale presidente del gruppo pensionati dell'Assostampa e a nome di tutti i giornalisti pensionati siciliani, porgo le più vicine condoglianze al figlio Dario, nostro collega in giornalismo e ai familiari tutti.
Natale Conti, presidente del Gruppo giornalisti pensionati della Sicilia


 Il ricordo di Roberto Carella: "Le inchieste di Etrio Fidora hanno contribuito a dimostrare il vero potere della mafia negli anni 60’-90’. Nella sua lotta contro la mafia subì 86 querele per diffamazione, che finirono tutte con l’assoluzione".
Trieste, 30 ottobre 2015. Si è spento all’alba di oggi nella sua casa di Trieste il giornalista Etrio Fidora. Aveva da poco compiuto 85 anni. Era stato vicesegretario nazionale della Fnsi e presidente dell’Associazione siciliana della stampa. Lascia la moglie Ornella Di Blasi, anche lei giornalista,  già redattrice della Rai di Trieste. Nato a Trieste, Fidora ha lavorato per gran parte della sua carriera in Sicilia, a Palermo. Al quotidiano L’Ora è stato cronista parlamentare, capocronista, caporedattore, condirettore e direttore editoriale. Ma ha collaborato a lungo anche per la Rai. Le sue inchieste hanno contribuito a dimostrare il vero potere della mafia negli anni 60’-90’. Nella sua lotta contro la mafia subì 86 querele per diffamazione, che finirono tutte con l’assoluzione. Fidora e i suoi colleghi subirono intimidazioni e attentati: ben tre cronisti vennero uccisi, e la redazione de L’Ora venne fatta saltare con il tritolo. La bomba a L’Ora ricordò a tutta Italia che il terrorismo mafioso era più che mai forte ed attivo. Il Presidente Saragat tuonò: “Ci voleva l’attentato a L’Ora per far capire che la mafia esiste”.  E dopo questo atto efferato Ferruccio Parri al Senato e Sandro Pertini alla Camera presentarono immediatamente il disegno di legge per la costituzione della Commissione parlamentare antimafia, tutt’ora in attività. Ma negli anni ’70, come condirettore responsabile de L’Ora venne condannato a un anno di carcere e alla sospensione dall’Ordine. Vi fu una vera sollevazione della categoria e della Fnsi, e una mobilitazione a livello nazionale. Si schierarono con Fidora  giornalisti Indro Montanelli, Arrigo Petacco, Enzo Biagi. Poi la sentenza venne annullata in Cassazione.  Ha insegnato Scienze della comunicazione alle Università di Palermo e di Trieste. Fino agli ultimi anni ha collaborato con numerose riviste. Una lunga malattia lo ha prostrato, ma Fidora ha sempre voluto restare vicino al mondo giornalistico e del sindacato. Con centinaia di pubblicazioni ed interventi.
Roberto Carella, Consigliere Cda dell’Inpgi


ALBERTO SPAMPINATO (OSSIGENO): "Addio a Etrio Fidora (L'Ora). Superò senza condanne 86 querele per diffamazione".
Roma, 30.11.2015 - Etrio era un uomo retto e generoso. La sua vita dimostra che un giornalista può tenere la schiena dritta e mantenere l'autonomia di giudizio se accetta di rinunciare a favori e privilegi, se ha il coraggio delle proprie idee, se accetta i rischi che ciò comporta, se è disposto a pagare questi prezzi. La sua vita professionale, ricostruita nel testo autobiografico tratto al libro "Era L'Ora. Il giornale che fece storia e scuola", a cura di Michele Figurelli e Franco Nicastro, XL Edizioni, Roma 2011, ci parla di una stagione che appartiene al passato, ma della quale il giornalismo di oggi ha ereditato molti problemi che si trascinano tuttora irrisolti. Ciò rende più che mai attuali le parole con le quali Fidora conclude il racconto delle sue esperienze professionali e giudiziarie: "Guai se questa nostra Repubblica non avesse avuto giornalisti capaci di sfidare a caro prezzo querele di politici e di mafiosi, e non solo. E non avesse anche avuto un grande rinnovamento culturale e civile interno alla nostra magistratura"e anche avvocati valorosi. Etrio Fidora è uno di quei giornalisti diventati direttori facendo la gavetta e conquistando sul campo la stima dei colleghi. Divenne direttore del giornale "L'Ora", il battagliero quotidiano del pomeriggio di Palermo nel 1976, quando il direttore "degli anni ruggenti" Vittorio Nisticò, dopo 25 anni, lasciò l'incarico. Etrio era stato uno dei suoi più stretti collaboratori. Insieme a lui aveva subito un numero enorme di processi per diffamazione a mezzo stampa, una raffica di querele strumentali e pretestuose. A causa di alcuni articoli fu anche minacciato di morte e per un certo periodo fu scortato dalla polizia. Le querele lo costringevano a passare intere giornate in tribunale da imputato, ma Etrio ne usciva sempre assolto, grazie ai valorosi avvocati del giornale e a giudici illuminati che, per fortuna, c'erano anche a quei tempi! Ma una volta Etrio fu condannato per diffamazione, in primo grado, a un anno di carcere senza condizionale per alcuni articoli e inchieste che prendevano di mira mafiosi e politici potenti ed arroganti. In seguito alla condanna fu anche sospeso dall'Ordine dei Giornalisti. Scoppiò una bufera, peggio di quella che abbiamo visto nel 2012 per la condanna a Sallusti. Ma in appello Fidora fu assolto. E lui concludeva sempre il racconto dicendo: "Alla fine la mia fedina penale è rimasta pulita".  Addio Etrio, ci mancherai.


Morto a Trieste, dove era nato, l'ex direttore del quotidiano L'Ora. Aveva 85 anni
PALERMO, L'UNCI RICORDA ETRIO FIDORA FIGURA STORICA DEL GIORNALISMO

Il Gruppo cronisti siciliani-Unci ricorda Etrio Fidora, scomparso a Trieste all'età di 85 anni, figura storica del giornalismo siciliano e non solo. Aveva trascorso quasi tutta la sua carriera professionale nella redazione del quotidiano L'Ora, come inviato, cronista politico-parlamentare, redattore capo, poi direttore e direttore editoriale.
A Palermo, il cronista triestino ha dato vita a numerose inchieste sul fronte antimafia ma anche sul tema delle collusioni tra politica e comitati d'affari. Al suo attivo quasi 90 querele per diffamazione che si sono concluse con l'assoluzione. Etrio Fidora è stato anche vicesegretario nazionale della Federazione Nazionale della Stampa.
«Con Fidora - ha dichiarato il vice-presidente nazionale dell'Unci, Leone Zingales - scompare un uomo coraggioso, un cronista rigoroso e attento. Fidora era un giornalista di razza, con la schiena dritta, che non si è mai piegato ai cosiddetti 'poteri forti'».

Il Gruppo siciliano dell'Unione cronisti è vicino ai familiari ed in modo particolare a Dario, anch'egli giornalista.

 

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