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Referendum Lavoro Cgil: raccolta firme anche nella sede di Assostampa Sicilia. Superato il tetto delle 500mila
Assostampa Sicilia, sostenendo attivamente la scelta della Fnsi di aderire ai 4 referendum sul mondo del lavoro proposti dalla Cgil e previsti nel 2025, ha fatto proprio lo slogan “Per il lavoro ci metto la firma” mettendo a disposizione uno spazio della sede regionale di via Francesco Crispi 286 a Palermo per la raccolta sottoscrizioni. Per firmare è necessario avere un documento di identità valido.
Per rafforzare le quattro proposte di referendum, che hanno già raggiunto e superato la soglia delle 500.000 firme necessarie basta recarsi nella sede del sindacato unitario dei giornalisti siciliani il lunedì e mercoledì dalle 9 alle 17 ed il martedì, giovedì e venerdì dalle 9 alle 14.
«Il lavoro in Italia è troppo precario e i salari sono troppo bassi. Tre persone al giorno muoiono lavorando», si legge sul sito web della Confederazione generale italiana del lavoro. «Il frutto di vent'anni di leggi sbagliate - incalza il sindacato - è un netto peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle persone che per vivere devono lavorare. È il momento di ribellarci e di cambiare. Il lavoro deve essere tutelato perché è un diritto costituzionale. Deve essere sicuro perché di lavoro si deve vivere e non morire. Deve essere dignitoso e perciò ben retribuito. Deve essere stabile perché la precarietà è una perdita di libertà».
Di seguito il dettaglio dei quattro quesiti proposti dalla Cgil che hanno avuto la piena adesione dalla Fnsi e da Assostampa Sicilia:
Il primo quesito (Lavoro tutelato) ha l'obiettivo abolire l'intero Jobs Act (decreto legislativo 23 del 2015), prevedendo l'«abrogazione delle norme che impediscono il reintegro al lavoro in caso di licenziamenti illegittimi».
Il secondo (Lavoro dignitoso) pone l'attenzione sulle realtà con meno di 15 dipendenti, proponendo l'«abrogazione delle norme che facilitano i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese».
Con il terzo quesito (Lavoro Stabile) si vuole porre un freno alla precarietà, prevedendo l'«abrogazione delle norme che hanno liberalizzato l'utilizzo del lavoro a termine».
Il quarto e ultimo quesito (Lavoro sicuro) chiede l'«abrogazione delle norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all'impresa appaltante».
È comunque possibile firmare anche online sul sito web della Cgil.