| Ragusa
Cinque anni senza Gianni Molè, “esempio di professionalità e umanità”. Il ricordo di Assostampa Ragusa
Assostampa Ragusa ricorda Gianni Molè a cinque anni dalla scomparsa. Se n’è andato in punta di piedi, ma la sua assenza continua a farsi sentire. A cinque anni dalla scomparsa di Gianni Molè, il suo ricordo resta vivo e intenso: la sua voce, la sua presenza, il suo impegno continuano a riecheggiare nel mondo del giornalismo e del sindacato. Gianni Molè è stato una delle voci più autentiche e appassionate del giornalismo ibleo. La sua scomparsa, avvenuta nel 2020 a causa del Covid, ha lasciato un vuoto profondo non solo nel mondo dell’informazione, ma anche nella comunità civile e culturale della provincia di Ragusa. Giornalista rigoroso, Gianni ha dedicato la sua vita alla verità dei fatti. La sua penna era lucida e competente. Per anni è stato un punto di riferimento per i colleghi come segretario provinciale di Assostampa Ragusa, impegnandosi con determinazione nella difesa della dignità del lavoro giornalistico e della libertà di stampa. Conosceva il territorio, le sue storie e le sue contraddizioni; amava raccontarle con partecipazione e misura, dando voce ai cittadini e contribuendo a costruire un’informazione libera, pluralista e utile alla crescita democratica della collettività. Chi ha avuto il privilegio di conoscerlo ne ricorda il sorriso discreto, la disponibilità, la capacità di ascolto. Gianni Molè ha lasciato un’eredità di valori, di impegno civile e di umanità che resta viva in quanti continuano a credere nel giornalismo come servizio al bene comune.
“A distanza di cinque anni, il ricordo di Gianni è ancora forte e presente – dichiara Sonia Iacono, segretaria provinciale di Assostampa Ragusa –.
È stato un giornalista di grande valore e un uomo capace di unire, di ascoltare e di offrire sempre una parola giusta ( anche quando telefonava per una bella strigliatina. “ che cavolo hai scritto!” Nel sindacato ha lasciato una traccia profonda, fatta di passione, equilibrio e rispetto per tutti. Gianni credeva nel giornalismo come strumento di verità e responsabilità civile e il suo esempio continua a ispirare chi oggi porta avanti il lavoro che lui ha tanto amato. Lo ricordiamo con gratitudine, affetto e riconoscenza”.
Circolo della stampa, "Ossigeno" a Villa Malfitano. Federica Molè racconta suo padre Gianni









