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“Macelleria Palermo” , aperta la mostra all'Assostampa
La sede regionale di Assostampa Sicilia di via Francesco Crispi 286 a Palermo ospita nella sala "Orlando Scarlata" “Macelleria Palermo”, mostra fotografica di Franco Lannino e Michele Naccari. L’inaugurazione è avvenuta oggi, venerdì 12 gennaio alle 18 e 30, presenti la segretaria generale della Fnsi Alessandra Costante e il direttore della Federazione Tommaso Daquanno.
Dal 15 gennaio al 10 febbraio, la mostra che racconta l'orrore di Palermo negli anni Ottanta in 44 fotografie in bianco e nero, sarà visitabile lunedì e mercoledì dalle 9 alle 18 e negli altri giorni, esclusi sabato e domenica dalle 9 alle 14. La novità di questa seconda edizione è una sezione di foto a colori: "Dalla narrazione in bianco e nero, siamo passati alla realtà a colori" ha spiegato Franco Lannino, facendo cadere il telo che copriva le foto con la segreteria generale della Fnsi Alessandra Costante che ha aggiunto: Falcone diceva che la mafia è un fenomeno umano e che come tutti i fenomeni è destinato a finire. Il miglior modo per arrivare a questa conclusione è raccontarlo nel modo migliore, cosa che fanno queste foto che raccontano l'orrore di tutti giorni vissuto a Palermo".
La "Palermo felicissima" sfigurata dall'orrore mafioso: 44 foto in bianco e nero
Le foto di Lannino e Naccari sono un viaggio per immagini nella città mattatoio per ricordare quegli orrori oggi dimenticati da molti, se non, per i più giovani, ancora sconosciuti. Quarantaquattro foto tutte in bianco e nero per quarantaquattro delitti avvenuti a cavallo degli anni Ottanta e Novanta, tra le guerre di mafia e le stragi che hanno sfigurato il volto della “Palermo felicissima”. Una mostra il cui catalogo ha in copertina non un cadavere, ma i segni col gesso lasciati sull’asfalto dopo che l’uomo ucciso è stato rimosso e che porta il “warning”, quello che sui social individua i contenuti che possono essere di disturbo. “Macelleria Palermo” di Franco Lannino e Michele Naccari è con la tappa nella sede del sindacato unitario dei giornalisti siciliani di via Crispi 286 alla seconda uscita palermitana dopo quella dell'estate scorsa nello studio degli architetti Prestileo Bianco e si appresta a un tour nazionale con tappe a Milano e a Trieste.
La testimonianza di un'epoca terribile che molti giovani non concoscono
La segreteria regionale di Assostampa Sicilia con il Gruppo cronisti siciliani spiegano la scelta di ospitare “macelleria Palermo”: “La mostra, nella sua durezza, è un contributo straordinario alla memoria collettiva ed alla memoria dei cronisti siciliani. Negli anni Ottanta i cronisti ed i fotografi vivevano con l’orecchio attaccato alle radioline (illegali ma tollerate) sintonizzate sulle frequenze di polizia e carabinieri. Da lì si iniziava ad approfondire, a telefonare in centrale operativa, per approfondire le notizie, si correva sul posto di un omicidio appena consumato. Un tributo ad un mestiere fatto con passione e devozione con il rispetto dei fatti, delle persone, della notizia da dare come contributo alla conoscenza ed alla coscienza della società ed alla memoria di fatti che non possono essere mai dimenticati.”
Molte di quelle immagini, come racconta la copertina del catalogo (c’è anche un’audioguida che viene distribuito gratuitamente ai visitatori della mostra), oggi non potrebbero essere pubblicate perché sarebbero di grave turbamento per la quantità di sangue, per l’orrore mostrato in primo piano. Scene che, però, oggi ci ridanno perfettamente l’idea di quella che era la Palermo insanguinata degli anni Ottanta, dei 150 morti scanditi sulla prima pagina del giornale L’Ora con i numeri crescenti, dei cadaveri incaprettati ritrovati nei portabagagli delle auto, delle scene da Beirut provocate dall’autobomba che uccise il giudice Rocco Chinnici in via Pipitone Federico, sino ad arrivare alla stagione di speranza del maxiprocesso nel 1986.
Le ultime foto, naturalmente, riguardano la fine del secolo dopo le stragi del 1992 e arrivano all’inizio degli anni Duemila.
Una sezione nuova con le foto a colori: una reatà ancora più cruda
In questo allestimento della mostra "Macelleria Palermo" nella sede del sindacato dei giornalisti, abbiamo aggiunto una sezione con fotografie a colori. Questo per sottolineare l'orrore in cui la mafia ed in particolare l'ala sanguinaria e stragista guidata da Totò Riina, aveva fatto piombare questa città e questa regione. Perché il bianco e Nero rappresenta la narrazione, terribile vero, ma falsata perché non aderente alla realtà. La realtà nuda e cruda, per come che si presentava agli occhi dei cittadini era a colori, ed era ben più atroce
Gli studenti dell'istituto Medi alla mostra Macelleria Palermo