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"Un miracolo chiamato vita", Nunzio Currenti al Circolo della stampa di Messina

La lieta notizia della nascita di due gemelli, che si trasforma in incubo per la scoperta di una malattia che occlude l’intestino per uno dei due. La certezza della speranza e la soluzione alla fine di un tunnel di sofferenze, angosce, dubbi. È questa l’esperienza personale, umana e dolorosa, che Nunzio Currenti, giornalista professionista collaboratore del quotidiano La Sicilia per 25 anni, racconta nel suo "Un miracolo chiamato vita", libro pubblicato da Algra Editore, presentato al Circolo della Stampa di Messina per il ciclo dei "giovedì letterari". L’incontro introdotto da Sergio Magazzù, segretario provinciale dell’Assostampa è stato coordinato dalla giornalista Simona Arena che ha posto l’accento sulla vissuto umano di due genitori che si sono ritrovati a lottare prima ancora che gioire, facendo emergere quando accaduto a Damiano e alla sua famiglia che per 226 giorni, hanno dovuto affrontare una prova dietro l’altra, un saliscendi di momenti travolgenti e contrastanti, un vortice di paure e di desideri. Un miracolo chiamato vita racconta tutto questo: una storia di sacrifici e di dolore, di forza e di speranza, ma soprattutto un monito e un incoraggiamento per tutti coloro che si trovano a vivere sospesi.
Nunzio Currenti, il padre di Damiano, nel corso della presentazione, tra momenti emozionali e testimonianze dirette del professore Giuseppe Magazzù, specialista di gastroenterologia pediatrica, che ha reso tangibile il “miracolo”, ha raccontato gli interminabili giorni che hanno contraddistinto il calvario per mantenere in vita il figlio. Una storia di tenacia, di speranza di dedizione di un padre che ha affrontato le difficoltà di conciliare la quotidianità con la cura del figlio ma anche un grande messaggio di fiducia per “rinnovare – come scrive l’Autore- quella speranza che non sempre è l’ultima a morire, ma che, anzi, a volte non muore proprio per niente, che resta imperterrita a spiegarci come sopravvivere”. E rispondendo durante la presentazione, ai numerosi interventi Currenti ha spiegato di avere “avuto sempre la sensazione di aver provato qualcosa di speciale, qualcosa di inspiegabile. Volevo lasciare una testimonianza di emozioni, sensazioni, paure e frustrazioni, perché quelle in quei momenti così duri sono all’ordine del giorno”. Un tributo quindi a chi ha reso possibile una vita e una testimonianza per chi incontra simili ostacoli. Un libro che richiama il pensiero frequentemente presente nei romanzi di Fëdor Dostoevskij, "il segreto dell'esistenza umana non consiste soltanto nel vivere, ma anche nel sapere per cosa vivere". Una citazione per suggerire – come fa il libro - che la semplice sopravvivenza non è sufficiente per una vita appagante. Per trovare il significato dell'esistenza, l'uomo deve scoprire un motivo, uno scopo, un obiettivo per cui vivere.