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Ciao Massimo. Perdiamo il tuo sorriso di uomo mite e gentile, giornalista bravo e attento, collega sempre disponibile, amico fraterno


Roberto Ginex e Massimo Bellomo

Ci ha lasciato oggi Massimo Bellomo, giornalista palermitano, insostituibile riferimento di tutti i colleghi nell'Associazione Siciliana della Stampa. Il ricordo di Roberto Ginex.


Una tua telefonata nel pomeriggio di un giorno di fine agosto del 2019, di pomeriggio mentre ero seduto come sempre davanti al pc. Eri in macchina con Maria Giovanna, appena uscito dal controllo medico e me lo hai voluto voluto dire per primo: "Robi purtroppo ho un tumore all'esofago".

Sono rimasto subito senza parole di fronte alla notizia, ascoltando la tua voce serena che annunciava un percorso, duro, tosto fatto di esami, Tac, Risonanze, prima dell'indispensabile consulto a Milano che preannunciava un inevitabile intervento. A dicembre a casa mia, prima di Natale, un veloce brindisi di auguri, c'era anche Federica. Poi a gennaio l'atteso viaggio a Milano pieno di speranza con la tua consueta serenità, nell'affrontare la scalata più importante della vita, con quella pacatezza che ti hanno sempre contraddistinto, con quel savoir faire di un signore, galantuomo d'altri tempi riconosciuto da tutti.
I tuoi giorni a Milano, le telefonate, i messaggi whatsapp. Ho tutto sul cellulare. Parole di fiducia e di speranza che oggi suonano la campana della delusione per un epilogo troppo triste per te Max, sempre con quel mezzo sorriso, ottimista di natura. Le difficoltà post operatorie e a marzo il lockdown, che ci ha impedito di rivederci, per colpa di questo maledetto coronavirus, arrivato in questo cupo 2020, in cui tutti abbiamo perso e stiamo perdendo qualcosa o qualcuno. Le notizie dell'ultimo mese non erano buone per niente, e stamattina, in un giorno qualunque di novembre di un anno funesto, arido, di lutto dentro e fuori te ne sei andato in silenzio a 59 anni, come Silvia qualche giorno fa. Troppo presto. Strappato alla vita, all'amore della tua vita Maria Giovanna e ai tuoi adorati figli, Daniele e Marco.
Ma la vita ti ha strappato anche ai tuoi mille amici, conoscenti, colleghi ai quali non hai mai fatto mancare un sorriso gentile, una battuta delle tue, un gesto affettuoso, un consiglio importante. Si dice così: hai lottato come un leone, accettando la malattia e tu che di sanità ti sei occupato per lavoro, da addetto stampa dell'azienda ospedali riuniti Villa Sofia Cervello, sapevi che sarebbe stata una battaglia difficile. Che hai affrontato e accettato a viso aperto con grande serenità, coraggio e dignità. Lo hai fatto in silenzio come in tutte le tue cose.
Max, quanti ricordi. Come non ricordare la tua grande passione per lo sport e tu come collaboratore de La Sicilia negli anni Novanta che scrivevi anche di pallavolo e pallanuoto. Quando ho iniziato a lavorare. Sei stato un pilastro dell'Ufficio stampa della provincia regionale di Palermo a cui tanto hai dato, anche come direttore della rivista 'Palermo'. Poi l'amarezza per la mancata e definitiva stabilizzazione dopo oltre venti anni di lavoro. Uno dei più vecchi ed esperti addetti stampa di un ente locale siciliano. Amarezza, delusione che abbiamo condiviso assieme quando anche io e i colleghi di quello che fu l'ufficio stampa del comune di Palermo fummo beffati dal concorso poi annullato. Ma questa è un'altra storia.
Tra la fine degli anni Novanta e inizio Duemila ti ho trascinato nel sindacato dei giornalisti e quando come gruppo ci fu l'occasione per esprimere il Tesoriere, tutti guardavano a me. Ma io ti dissi, Massimo, tocca a te. Devi farlo tu. Tu il ruolo istituzionale, io quello più diciamo politico. Tu pacato, composto e io appassionato ma sempre pronto ad ascoltarti. Abbiamo sempre deciso tutto assieme. Hai svolto il tuo ruolo alla grande con eleganza, onestà assoluta, impegno, dedizione e sacrificio personali che tutti ti abbiamo sempre riconosciuto. Alberto segretario regionale e tu il tesoriere. Anni di costante opera a favore dei colleghi strutturati, dei free lance collaboratori, di lavoro, incontri, riunioni per gli uffici stampa degli enti locali. Nel frattempo, la mia elezione a segretario provinciale a Palermo. Siamo stati per anni una coppia nel sindacato. Come fratelli, abbiamo condiviso tutto. Ci siamo scambiati consigli, ci siamo trovati ad affrontare uno dei peggiori momenti storici della nostra categoria. Ma tu eri sempre ottimista, sempre cordiale con i colleghi e nel tuo lavoro, come del resto nel nostro sindacato, hai rappresentato per anni un punto di riferimento per quanti hanno fatto cronaca a Palermo.
Due anni fa al congresso di Enna è toccato a me. Io arrivato da segretario provinciale di Palermo, senza alcuna aspirazione ad altro. Riunioni di giorno e di notte, come sempre. Di notte, la proposta di Giancarlo alla delegazione di Palermo. Io pieno d'ansia e tu con Antonio nella mia camera per capire il da farsi. Io preoccupato e voi a rasserenarmi. "Lo faccio ma tu devi essere con me, il mio Tesoriere", non mi avresti mai detto di no anche se dopo tanti anni ti eri stancato. Una scelta nel segno della continuità ma sopratutto di una amicizia che è diventata una roccia grazie anche alla comunità del sindacato, alla condivisione di valori e al desiderio di mettere a disposizione il nostro tempo per i colleghi molti dei quali ci hanno spesso detto "ma perché lo fate?" e la nostra risposta era sempre un sorriso e "non siamo normali". In questo mondo di egoismo e di egocentrismo trovare chi si leva del tempo per offrirlo ai propri colleghi diventa un esercizio complesso. Abbiamo cominciato un nuovo cammino che purtroppo si è prima rallentato e poi fermato per la tua malattia, ma tu esemplare come sempre hai partecipato a qualche giunta regionale quando stavi meglio e agli ultimi due consigli regionali. Rispondendo presente nei momenti più difficili. Max senza di te sono stato un po' zoppo, ho faticato, ma ho cercato con la forza e lo spirito di gruppo di chi ci vuole bene e ci stima di seguire il sentiero che sai quanto è stato aspro. E seguirò quel percorso che abbiamo cominciato assieme, lo faremo assieme perché so di averti ancora al mio fianco.
Massimo mio, oggi è una giornata da non crederci, tu che non ci sei più, e che ci lasci in questa terra appestata con il groppo in gola e l'angoscia nel cuore. Siamo affranti, smarriti, increduli perché ti perdiamo come uomo mite, gentile, padre di famiglia responsabile e premuroso, come bravissimo collega, attento, preciso, pronto a venire incontro alle richieste di quanti ti cercavano per lavoro. Perdiamo un sindacalista che tanto ha dato all'Associazione Siciliana della Stampa che perde un punto di riferimento, sempre pronto a stare al fianco dei colleghi dispensando buoni consigli. Io ti perdo come amico e fratello. Ciao Max, fai anche tu buon viaggio, sarai già in Paradiso, che il Signore ti accolga tra le sue braccia.

 Roberto Ginex

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