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Giornalisti autonomi sfruttati e ricattati: appello Clan-Fnsi ai candidati alle elezioni, Assostampa Sicilia diffida i ministri inadempienti


«Professionisti sottopagati, sfruttati e ricattabili non possono garantire una cronaca davvero indipendente, né quel diritto di critica vitale per una società civile», osserva la Commissione nazionale lavoro autonomo. Tra le richieste: l'emanazione del decreto ministeriale con i parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi e la piena attuazione della legge sull'equo compenso.

Clan Commissione lavoro autonomo nazionale fnsi sindacato giornalistiStop ai giornalisti autonomi senza diritti e sottopagati. La Commissione lavoro autonomo nazionale della Fnsi, a nome dei colleghi senza contratto, precari e sottopagati, rivolge un appello a candidati e forze politiche in lizza per le elezioni del 4 marzo 2018 affinché si impegnino su temi quali l'emanazione del decreto con i parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi da parte del ministero della Giustizia; la piena attuazione della legge sull'equo compenso ai giornalisti lavoratori autonomi; il sostegno all'informazione digitale di qualità; il contrasto alla diffusione delle fake news e dei discorsi di odio.

«Solo giornalisti nelle condizioni di poter contrattare le proprie condizioni di lavoro ed indipendenti dal punto di vista economico possono garantire un'informazione accurata, autorevole e senza condizionamenti. Viceversa dei giornalisti sottopagati, sfruttati e ricattabili non possono garantire una cronaca davvero indipendente, né quel diritto di critica vitale per una società civile», osserva la Commissione.

Oggi in Italia i giornalisti collaboratori esterni, pagati 'a pezzo', sono il 65% della categoria e sempre più «la dorsale dell'informazione italiana è composta da professionisti non contrattualizzati, precari, autonomi e freelance che quotidianamente informano i cittadini dai consigli comunali, dalle aule dei tribunali, dalle periferie e dal Parlamento», incalza la Clan.

Giornalisti con la 'schiena dritta', ma pagati con compensi quasi sempre ridicoli. «Compensi – conclude l'appello della Commissione lavoro autonomo nazionale – imposti da editori-committenti forti, fortissimi; tanto che la possibilità di una 'trattativa tra le parti' è del tutto assente: i compensi, spesso avvilenti o inaccettabili, vengono decisi unilateralmente dal datore di lavoro».

La Giunta esecutiva di Assostampa Sicilia ha approvato un documento sul lavoro autonomo che ha stigmatizzato l’aggravarsi delle generali condizioni di precarietà e sfruttamento applicate attraverso forme di lavoro atipico che andrebbero riconosciute come lavoro subordinato, insieme all’iniqua disparità di trattamento del lavoro autonomo tipico. La Giunta ha quindi deliberato di ricorrere al Tar per ordinare ai ministeri competenti l’ottemperanza alla vigenti norme sui compensi del lavoro giornalistico autonomo. I legali di Assostampa Sicilia hanno già preparato le lettere di diffida sia verso il ministro della Giustizia per l’omissione di quanto stabilito dalla legge 27/2012, non avendo mai emanato i parametri dei compensi equi per i giornalisti (validi nei confronti dei cosiddetti “Committenti forti”, aziende e pubblica amministrazione), che nei confronti del sottosegretario con delega all’Editoria perché, nonostante le disposizioni della legge 198/2016 di sostegno all’informazione, non ha mai più convocato la Commissione plurilaterale per l’equo compenso giornalistico di cui alla legge 233/2012.

Leggi l'appello ai candidati alle elezioni politiche della Commissione lavoro autonomo nazionale Clan-Fnsi

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