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Addio a Mimmo Gerratana, un collega speciale


Mimmo GerratanaÈ morto un padre, è morto un marito, è morto un figlio, è morto un fratello. È morto un giornalista coi fiocchi, un collega specialissimo. Ieri pomeriggio Mimmo Gerratana, come ogni giorno, ha percorso i pochi metri che separano la sua casa dal giornale. Si è sentito male pochi minuti dopo essere arrivato in redazione. La concitazione, i soccorsi, l' ambulanza, la corsa in ospedale, la fine (i funerali laici domani alle 15 alla chiesa valdese di via dello Spezio a Palermo). L' abbiamo perduto così. Se n' è andato in un soffio, lasciando un grande dolore in tutti noi. Un vuoto che afferra alla gola e lascia tramortita la famiglia, innanzitutto, la moglie Maria Pia, i figli Alice e Marco, gli anziani genitori che subiscono l'oltraggio di sopravvivergli, le due sorelle. Il 29 marzo aveva festeggiato il suo cinquantanovesimo compleanno. «Ho l' età per la pensione» andava ripetendo, agognandola.
Aveva un'eleganza naturale, mai affettata. Non ricordiamo di averlo mai visto andare di fretta. Quando ti parlava era come se per te avesse tutto il tempo a disposizione. E quel «ciao caro» con cui chiudeva le telefonate- fossero i corrispondenti con cui ogni giorno aveva contatti per confezionare le pagine, o un amico di vecchia data - non aveva mai un tono liquidatorio e sbrigativo. Al contrario, esprimeva rispetto profondo. Chi lo ha conosciuto non poteva non amarlo. E si capisce il sindaco, Leoluca Orlando, che dice «sono sgomento per la sua scomparsa».
Nel nostro mestiere era un punto di riferimento. In redazione un approdo sicuro per sciogliere le tante incertezze quotidiane (anche grammaticali), avere un parere su una notizia dai contorni oscuri, spingere un titolo che faceva fatica a venir bene. Un maestro, insomma.
E va detto senza retorica, ché lui non ne amava nemmeno un grammo. Scovava dietro a un fatto sempre il punto di vista più inatteso e fulminante; dava un «taglio» agli avvenimenti da descrivere rendendo chiaro un contesto, illuminandolo. Questo perché aveva una grande esperienza professionale: cronista di giudiziaria (seguì tutte le udienze del maxiprocesso), notista culturale e infine responsabile delle pagine della provincia di Palermo.
Mimmo Gerratana era molte cose insieme. Aveva studi di Ingegneria, poi interrotti, alternandoli all' impegno politico a sinistra. Amava i numeri e la fisica.
«Accura a non combinare casini», diceva con un sorriso che gli faceva stringere gli occhi quando qualcuno si avventurava in calcoli da trasferire in un pezzo. «Mimmuzzo, allora pensaci tu per favore». Fu necessario il suo aiuto pochi giorni fa, per calcolare coefficienti e percentuali di una tassa comunale. Tirava fuori dal suo cassetto ordinatissimo un foglio di carta e una penna e ti consegnava il risultato. Uomo di vastissime letture. Letteratura, filosofia, analisi matematica, storia. «Mimmo, ma come hai potuto leggerti un romanzone da duemila pagine? Come hai fatto?», gli chiedevamo un po' invidiosi. E lui accendeva una sigaretta e si schermiva.
Poi c'era la poesia che lui coltivava molto: scrisse una sua raccolta nel 1992 dal titolo L' ombelico del mondo. Ma anche volumi di critica letteraria (I sensi della letteratura) Uomo «di tenace concetto», comunque, fermo nelle sue idee, bravissimo a trasmetterle, efficace nel difenderle. Nel suo passato c'è stato un impegno sindacale che interpretava con rigore e con una coerenza difficile da incrinare. Difficile dimenticarlo.

Giancarlo Macaluso
(dal Giornale di Sicilia del 17/4/2016)
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