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Piersanti Mattarella, dalla famiglia alla politica in 200 foto a Villa Zito. "Una memoria da tramandare ai più giovani"

Quasi 200 fotografie, molti oggetti personali, in particolare un’agenda sulla quale il presidente Piersanti Mattarella annotava tutti i suoi appuntamenti. Una mostra che ripercorre i 45 anni di vita stroncati il 6 gennaio del 1980 dall’agguato in via Libertà in cui il presidente dalle "carte in regola" venne ucciso da killer ancora oggi sconosciuti. A Villa Zito sino al 30 giugno, ma probabilmente con un prolungamento che durerà per tutta l’estate, la Fondazione Sicilia ha voluto ricordare Piersanti Mattarella a novant’anni dalla sua nascita per ricostruire il lungo percorso che ha contraddistinto la sua vita sia privata che pubblica.
Un percorso ricostruito dai curatori della mostra Sergio Intorre, Elvira Terranova e Maria Concetta Di Natale che hanno utilizzato i testi di Giovanni Grasso per ripercorrere "Il sogno spezzato", questo il titolo dato all’esposizione (da martedì 15 aprile, ingresso gratuito) aperta dalla ex capo di gabinetto di Piersanti Mattarella, Maria Grazia Trizzino. Determinante il contributo della famiglia Mattarella che ha fornito la quasi totalità del materiale messo in mostra, al quale si aggiungono le prime pagine dei giornali e l’intera edizione straordinaria del quotidiano L’ORA che uscì nel pomeriggio di quel 6 gennaio 1980 con le fotografie di Letizia Battaglia che testimoniano gli ultimi momenti di vita di Piersanti Mattarella, soccorso mentre si trova ancora nell’auto dalla moglie Irma Chiazzese e dal fratello Sergio.
E la presenza di quelle prime pagine alla mostra da un contributo determinante nella ricostruzione del contesto in cui avvenne quel delitto che ruppe come era stato due anni prima con l’ assassinio del padre politico di Mattarella, Aldo Moro, un percorso di collaborazione con il Partito comunista anche in Sicilia che avrebbe aperto scenari nuovi nella vita politica e sociale dell’isola. Il sogno spezzato, quindi ,non è soltanto quello di un uomo che ha dedicato la sua vita alla comunità, ma forse anche quello di un’intera regione e forse di un Paese del quale non possiamo fare a meno di chiederci oggi quale sarebbe, se Moro e Mattarella come tanti altri caduti nella lotta contro la mafia, avessero potuto continuare la loro opera. "Una memoria da tramandare ai più giovani - spiegano gli organizzatori- ed è per questo che che le visite delle scuole inizieranno subito e che l'ingresso alla mostra sarà gratuito"