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I primi pentiti e la mafia invisibile, Mattarella e Moro. Il racconto di Attilio Bolzoni al Circolo della stampa

I primi pentiti e la mafia invisibile, Mattarella e Moro. Il racconto di Attilio Bolzoni al Circolo della stampa

Quasi due ore di discussione, intensa, vivace, piena di spunti con un dialogo continuo con il pubblico. Attilio Bolzoni e Gery Palazzotto hanno animato ieri il Circolo della stampa in cui si è partiti dal nuovo podcast curato da Attilio Bolzoni e Giulia Lecce da dal titolo, "Tragediatori" e dedicato ai a due dei primi collaboratori di giustizia, Leonardo Vitale e Giuseppe Di Cristina meno noti dei più famosi Tommaso Buscetta e Totuccio Contorno, ma fondamentali nella storia della lotta alla mafia, per sviluppare un confronto che ha naturalmente toccato anche i temi più attuali. A partire dalla presenza oggi delle cosche nella realtà della vita sociale ed economica siciliana ed italiana. “Siamo tornati alla mafia invisibile - ha sottolineato Attilio Bolzoni - in quella sorta di presenza appiccicosa ma difficile da individuare che era stata la caratteristica dell’organizzazione criminale in tutta la sua esistenza dall’inizio del secolo sino agli anni 70, rotta poi dal decennio in cui la strategia terroristica aveva portato i mafiosi ad uno scontro contro le istituzioni”. Sollecitato da Gery Palazzotto quindi Bolzoni ha poi ripercorso anche la storia che era stata presentata la sera prima al cinema Rouge e noir con "Magma, Mattarella il delitto perfetto" della regista Giorgia Furlan in cui il giornalista è la voce narrante dell’intero racconto che parte dal 6 gennaio 1980, in cui venne ucciso il presidente della Regione sino alle conclusioni amare di non avere ancora oggi un colpevole per uno dei delitti che hanno cambiato la storia, non solo della Sicilia, ma anche in Italia .

circolo.bolzoni1"Quel delitto infatti - ha ripetuto Bolzoni, come sostiene del film - è strettamente legato all’omicidio Moro e anche alla successiva uccisione del vicepresidente del consiglio superiore della magistratura Vittorio Bachelet assassinato nel febbraio dell’80 alla facoltà di Giurisprudenza della Sapienza a Roma. “L’assenza di quei tre uomini, Moro, Mattarella e Bachelet, al successivo congresso nazionale della Democrazia cristiana è stata determinante per l’andamento di quel congresso e per gli sviluppi della alleanza programmatica con il partito comunista che invece veniva fortemente osteggiata in primo luogo dagli Stati Uniti in cui in quel momento il segretario di Stato Henry Kissinger, era il più forte sostenitore della linea dura, anzi dello sbarramento assoluto per l’ingresso del Partito comunista del governo italiano o comunque dei paesi occidentali”.

Domande e curiosità da parte del pubblico si sono succedute mentre la discussione è stata come sempre agevolata dai calici di vino offerti sempre grazie alla collaborazione con l’associazione Le donne del vino.

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