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Ginex al Consiglio nazionale della FNSI: "Fermiano lo sfruttamento del lavoro giornalistico"
Una delegazione di Assostampa Sicilia ha partecipato ai lavori del Consiglio nazionale della Fnsi con il segretario regionale Giuseppe Rizzuto, la presidente del Consiglio Tiziana Tavella che come coordinatrice della Commissione lavoro autonomo ha presentato un documento di inizio mandato, e i consigliere nazionali Roberto Ginex, Giancarlo Macaluso, Monica Adorno e Giulio Perotti. Sul tema del precariato è intervenuto Roberto Ginex. Ecco il testo.
Cara segretaria, cari colleghi e colleghe, mi rifaccio ad un passaggio della relazione della nostra segretaria generale della quale conosco bene la sensibilità al tema del lavoro precario e sottopagato. È stato detto che c'è un aumento del lavoro precario del 10% ogni anno per questa ragione è ora che il lavoro precario venga definitivamente riconosciuto e pagato nel nuovo contratto che si andrà a mettere a punto, speriamo presto. Da anni mi batto sulla vergogna dei compensi di 3 e 5 euro lordi a pezzo. Ripeto fino alla sfinimento, compensi mortificante per la dignità della persona e per la sua professionalità.
È giunta l'ora di dire basta tutti assieme a queste forme di collaborazione, è impensabile con la benzina, che sfiora i 2 euro al litro, tollerare il pagamento dei collaboratori a 3 e 5 euro lordi a pezzo. Da anni, i collaboratori e i precari mettono di tasca propria il lavoro, i mezzi di trasporto, per raggiungere i luoghi dove si svolgono i fatti, per raccontare poi le notizie, mettono il telefono, il pc, il collegamento internet. Non è possibile né più tollerabile che i collaboratori e i precari di molti giornali, che prendono fondi pubblici dai governi nazionale e regionale, debbano diventare gli istituti di credito degli editori che spesso ritardano fino a 8 e 10 mesi di erogare i compensi arretrati relativi alle collaborazioni. È giunta l'ora di dire basta a tutto questo. Noi diamo e siamo sempre. Per poi restare sempre con un pugno di mosche in mano. Non se ne può più. Non ne possiamo più. Per rilanciare questo messaggio abbiamo bisogno dei cdr, dei colleghi e delle colleghe contrattualizzati a volte purtroppo distratti dai loro pur gravi problemi come tagli, casse integrazioni e prepensionamenti.
È impensabile che il collaboratore debba essere sempre pronto ad affiancare o spesso a sostituire il collega contrattualizzati che ha la corta. Oppure a lavorare la domenica senza alcuna gratificazione aggiuntiva. Il collega collaboratore, precario deve essere sempre pronto a correre per coprire una notizia pur di guadagnare qualcosina in più a fine mese. In Sicilia, come altrove, speso fatti importanti di politica nazionale e regionale, cronaca nera e giudiziaria, notizie di rilievo nazionale vengono affidare a collaboratori. Anche interi settori. Colleghe e colleghi, anche noi con le nostre famiglie abbiamo diritto di vivere in modo dignitoso e non di sopravvivere. Non dobbiamo patire per uno stipendio, né pietire. Vi prego mettiamo fine definitivamente alla sfruttamento del lavoro giornalistico.
Grazie a tutti.