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Truffa Sopaf all'Inpgi - Poche certezze, troppe ombre/2
Poche certezze, troppe ombre/2
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Proviamo a ricostruire una vicenda che preoccupa seriamente tutti i giornalisti italiani
La vicenda Sopaf, ovvero la presunta truffa milionaria perpetrata dalla società dei Magnoni ad alcuni istituti di previdenza fra cui quello del giornalisti, finora scivolata via sotto silenzio, negli ultimi giorni è stata riportata d’attualità da una serie di notizie che erano note solo a pochissimi addetti ai lavori.
Partiamo da ciò che tutti sanno. Ovvero il processo ai Magnoni per la vendita delle quote Sopaf agli istituti e la relativa inchiesta che vede tra gli imputati con l'accusa di truffa aggravata il presidente dell'Inpgi Andrea Camporese. I Magnoni hanno chiesto il patteggiamento, tutti gli enti truffati si sono costituiti parte civile. Fa eccezione l’Inpgi che è stata però presente in aula con i suoi legali. Conclusa quell’udienza, l’Inpgi – nonostante il danno presunto di 7,6milioni di euro – non potrà più inserirsi in questo processo nemmeno per chiedere il pagamento delle spese legali.
Adesso, dopo che nei giorni scorsi i colleghi di Unità Sindacale e il presidente Enzo Iacopino, avevano reso noti una serie di documenti e di lettere interne finora sconosciuti, dai quali si evince che da oltre un anno l'Inpgi e i suoi dirigenti erano a conoscenza del danno subito dalla Sopaf, il Consiglio nazionale dell'Ordine ha votato, con sole quattro astensioni, la costituzione di parte civile nel processo ai Magnoni. Con questa decisione l'Ordine supplisce alla decisione dell'Inpgi di non costituirsi parte civile a tutela dei colleghi, e all'inspiegabile silenzio della Federazione della Stampa che finora, sia con l'ex segretario generale Franco Siddi sia con la sua nuova dirigenza, non ha speso una sola parola.
La sensazione è che ormai, dopo anni di silenzi, la vicenda sia "esplosa", sebbene dello scandalo Sopaf non si trovi traccia su nessun giornale fatta eccezione per il "Fatto quotidiano".
Noi continuiamo a seguire da cronisti attenti gli sviluppi della vicenda, mettendo a disposizione dei colleghi interessati alle sorti del nostro Istituto di previdenza (patrimonio dell'intera categoria che va salvaguardato ad ogni costo) tutti i documenti e gli interventi, provenienti da fonti di informazione qualificata e identificabile, che possono contribuire a capire una vicenda sulla quale continuano a gravare troppe ombre.
Scandalo Sopaf: l’ODG si costituirà parte civile
Scandalo Sopaf/Inpgi: il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (Cnog) si costituirà parte civile nell’udienza del 14 aprile davanti alla prima sezione penale del Tribunale di Milano. Il Cnog ha valutato necessario procedere in tal senso per meglio tutelare gli interessi economici e i diritti dei colleghi.
Roma, 25 marzo 2015. Con quattro sole astensioni su 110 presenti, il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (Cnog) ha deciso di costituirsi parte civile nel processo contro i signori Magnoni, in relazione alle vicende Sopaf. Sarà rappresentato dall’avvocato Enrico Pennasilico del Foro di Milano. I magistrati ipotizzano, con riferimento all’acquisto di 225 quote Fip, un danno per l'INPGI di 7.600.000 euro. L’INPGI, benché classificato come parte offesa dal Pm, ha preferito non costituirsi parte civile. Il Cnog ha valutato necessario procedere in tal senso per meglio tutelare gli interessi economici e i diritti dei colleghi (si legga qui sotto la sentenza della Cass. civ., sez. un., 14 febbraio 1992, n. 1811). L’Ordine professionale, come ha scritto la Corte costituzionale nella sentenza 11/1968, svolge “un compito che supera di gran lunga la tutela sindacale dei diritti della categoria”. Il processo riprenderà il 14 aprile (h 14.30) davanti alla prima sezione penale del Tribunale di Milano.
Truffa Sopaf, in un comunicato la risposta dell'Inpgi
Con riferimento ad alcune perplessità e interpretazioni manifestate recentemente in merito alla vicenda Sopaf da alcuni esponenti della categoria, dichiaratamente basate sulle argomentazioni contenute in un parere reso dall’Avvocato Andrea Marani all’Istituto in data 5 marzo 2015 e fondato sull’analisi degli atti del procedimento penale attualmente a carico dei Sigg.ri Giorgio Magnoni, Luca Emilio Alessandro Magnoni e altri, l’Ente chiarisce quanto segue.
In primo luogo, si sottolinea che l’Inpgi, al fine di acquisire utili elementi di valutazione della questione in esame, ha conferito mandato affinché venissero illustrate le possibili azioni da intraprendere a tutela degli interessi dell’ente e, quindi, degli iscritti, per il risarcimento degli eventuali danni subiti nel corso di tale vicenda.
L’Avvocato, nel fornire un quadro preciso e dettagliato in relazione a tutti gli elementi della vicenda, ha quindi messo in particolare risalto - sia in senso favorevole che sfavorevole - gli aspetti potenzialmente idonei a suffragare la tesi della sussistenza o meno di un danno giuridicamente rilevante causato all’Inpgi dalla Sopaf in relazione al comportamento contrattuale assunto da quest’ultima nel corso della negoziazione. (segue)
Leggi l'articolo sul sito dell'Inpgi
Il dietro-front del sindaco Inpgi: "Me so’ sbajato". Chiede scusa ma poi ci ripensa
"Franz, Sindaco Inpgi: La motivazione per cui Inpgi non si sente truffato? «Perché l’investimento ha prodotto un rendimento positivo», rispondono. La risposta è risibile, rivolta a un pubblico, quello dei giornalisti (che versano la loro pensione all’Inpgi), trattato come se fosse composto da imbecilli."
Restano molti importanti punti e interrogativi da chiarire e l'inchiesta della magistratura milanese sul guadagno in un solo giorno da parte della Sopaf non si è conclusa
Franz risponde con una circolare all'email di un consigliere generale dell'Inpgi puntualizzando che solo ora cominciano ad emergere carteggi e circostanze di fatti avvenuti sei anni fa, sui quali ancora non vi è chiarezza ed è al lavoro la magistratura di Milano.
Leggi il testo integrale della circolare
Dietro-front del sindaco Inpgi: “Si è trattato di un banale errore in buonafede”
I 30 milioni di euro che l’Inpgi versò “per errore” il 3 marzo 2009 sul c/c privato della Società Sopaf presso Banca Intesa San Paolo, sede di Foro Buonaparte – Milano furono stornati il giorno dopo con valuta 3 marzo 2009 sul c/c “Escrow” intestato alla Sopaf, ma vincolato a favore dell’Inpgi.
Leggi l'articolo di Pierluigi Roesler Franz pubblicato su Giornalistitalia.it
Scuse di Pierluigi Roesler Franz, componente del Collegio Sindacale INPGI, a Fabrizio de Jorio, Pierangelo Maurizio e Nicola Borzi: “Inpgi-Sopaf, ho fatto la figura del peracottaro”
Circa 10 mesi fa si tenne a Roma una conferenza stampa sulla vicenda Sopaf cui non partecipò il presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese, che vi era stato invitato per chiarire i termini dell’operazione che gravava sulle casse dell’Istituto. Ad organizzare l’incontro erano stati i colleghi Fabrizio de Jorio (Rai) e Pierangelo Maurizio (News Mediaset) della corrente sindacale romana di “Giornalisti in movimento”. Il resoconto fu riportato nell’articolo di Marco Chinicò, pubblicato su chinicsnews.it, dal titolo “Caso Sopaf: Inpgi parte lesa, Giornalisti in Movimento attende spiegazioni dal Presidente Camporese”.
Nel corso della conferenza stampa furono rivolte all’Inpgi le seguenti 4 domande alle quali, ovviamente, nessuno dette allora una risposta ufficiale. Eccole:
«1) E’ vero che il 23 febbraio 2009 il presidente Camporese per conto dell’Inpgi firmava un contratto con la Sopaf per l’acquisto di quote Fip, “pari ad euro 30 milioni” a prezzo “immodificabile”, senza che nel contratto vi fosse “alcuna indicazione del valore della quota”, ma solo con l’indicazione dell’ammontare complessivo dell’investimento? 2) È vero che il 31 dicembre 2008 la Sopaf aveva stipulato un contratto con la società austriaca Immowest per l’acquisto di quote Fip al valore di 100 mila euro ciascuna? 3) È vero che il 6 marzo 2009 l’Inpgi anticipava alla Sopaf 30 milioni di euro in unico bonifico per l’acquisto delle quote Fip che la Sopaf, di fatto, ancora non deteneva? 4) È vero che solo pochi giorni dopo, cioè il 12 marzo 2009, la Sopaf con la somma anticipata dall’Inpgi perfezionava l’acquisto da Immowest delle quote Fip a 100 mila euro ciascuna rivendendole all’Inpgi ad un prezzo di circa 130 mila euro ciascuna?»
. (segue)
Leggi l'articolo di Pierluigi Roesler Franz pubblicato su Giornalistiitalia.it
Commissione d’indagine sul caso Inpgi-Sopaf chiesta da Pierluigi Roesler Franz per verificare la ricostruzione dell’avv. Marani
"È necessaria una Commissione d’indagine interna sul caso Inpgi-Sopaf al fine di accertare la veridicità della ricostruzione dei fatti emersa nella Relazione dell’avv. Andrea Marani, legale esterno dell’istituto di previdenza dei giornalisti, depositata il 5 marzo 2015 e resa nota solo oggi dal presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino."
Previdenza, l’errore da 7,6 milioni di euro della cassa dei giornalisti
Secondo un memorandum dello studio Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners sulla presunta truffa ai danni dell'Inpgi consegnato il 5 marzo, l'operazione nel mirino della procura di Milano sarebbe frutto di una svista per cui un bonifico da 30 milioni di euro sarebbe andato su un conto invece che su un altro. E così si aprono nuovi interrogativi sulla vicenda.
Tutta colpa di un “errore”. E di un bonifico da 30 milioni di euro che finisce nel conto corrente “sbagliato”. A leggere il memorandum sulla presunta truffa ai danni dell’Inpgi consegnato il 5 marzo scorso all’Istituto di previdenza dei giornalisti da Andrea Marani, legale del blasonato studio Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners, l’operazione che ha permesso alla Sopaf dei Magnoni di acquistare con i soldi dell’Inpgi le quote del Fip (Fondo immobili pubblici) dalla Immowest e poi rivenderle allo stesso ente ricavando un guadagno immediato di 7,6 milioni di euro sarebbe frutto di una svista. Un “errore”, appunto, che emerge a sei anni di distanza dall’investimento e a un anno dalle prime notizie sull’indagine condotta dalla Procura di Milano, che ha portato al rinvio a giudizio di Giorgio e Luca Magnoni, con l’ipotesi anche di truffa aggravata nei confronti dell’Inpgi, e all’apertura delle indagini per concorso in tale reato per altre persone, tra cui il presidente dell’Istituto, Andrea Camporese, che ha sempre respinto le accuse. (segue)
Leggi l'articolo sul sito de ilfattoquotidiano.it
La crisi dell’Inpgi spiegata ai distratti
La mancata costituzione di parte civile al processo Sopaf, una gestione principesca, beneficenza (vera o presunta) e, soprattutto, i conti che non tornano. Ecco cosa è successo (fino a oggi). E quali sono i (tanti) problemi dell’Inpgi.
1. I CONTI. Vanno malissimo, al congresso Fnsi Andrea Camporese (d’ora in poi AC) ha parlato di un disavanzo di 90 milioni su 450 di pensioni pagate. Molto probabilmente la sua è una valutazione addirittura ottimista, vedremo il consuntivo ad aprile.
2. UN BUCO CHE VIENE DA LONTANO. Ma si tratta di una novità? Assolutamente no. Da almeno tre anni si sapeva, lo dicevano i dati attuariali veri (nelle mani dell’istituto), che l’orizzonte era questo.
3. LA SGR METTE UNA TOPPA. Invece che fare una manovra correttiva seria, il cda dell’Inpgi ha conferito il patrimonio immobiliare a una società di gestione del risparmio (Sgr). Fa una gara, vinta dalle sgr Investire Immobiliare e Polaris, oggi fuse in un’unica società controllata da Banca Finnat della famiglia Nattino. (segue)
Leggi l'articolo sul sito di Unità Sindacale
INPGI - Modifica statutaria per consentire un terzo mandato all'attuale presidente dell’Istituto?
Dopo le “scuse” di Pierluigi Franz, Nicola Borzi all’attacco: “Ritengo francamente imbarazzante che si chieda una modifica dello statuto dell'Inpgi da parte di chi, anche solo per mera opportunità e per la necessità di difendere l'immagine dell'Inpgi, dovrebbe fare un passo indietro anziché domandare una terza chance. Il nodo gordiano che lega l'Inpgi (che paga) al sindacato (che incassa) va sciolto con una seria riforma dell'Istituto, non con una modifica statutaria che prolunghi questa anomalia”.
La mancata trasparenza sul caso Sopaf: "Una categoria di professionisti che ogni giorno, sui media, punta i riflettori sul Paese e sulle sue storture non può permettersi di rifiutare di mettersi in discussione. Non può permettersi di ritenersi assolta dal dovere di far luce innanzitutto sui propri interessi (specialmente quando rischiano di essere in conflitto), sul proprio rapporto con i poteri economici, politici, anche con i poteri sindacali.Insomma, per poterci permettere il diritto di andare a mettere il naso a casa altrui prima dobbiamo essere certi che sia in ordine casa nostra." (segue)
Leggi l'articolo di Nicola Borzi sul sito di Franco Abruzzo