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Mafia: Boldrini, Fava realizzò giustizia, difese libertà
(ANSA) - ROMA, 5 GEN - «Due rotative di seconda mano, un gruppo di giovani collaboratori e tanta voglia di fare giornalismo in Sicilia per 'realizzare giustizia e difendere la liberta». Con questo spirito Pippo Fava fondò la rivista 'I Sicilianì«. Inizia così il ricordo che la presidente della Camera, Laura Boldrini, dedica a Pippo Fava a 31 anni dal suo assassinio. »Dal novembre del 1982 all'inizio del 1984 - prosegue Boldrini in un post su Facebook - il mensile riuscì a denunciare efficacemente la criminalità organizzata e soprattutto i legami tra Cosa Nostra e quelli che definì 'i quattro cavalieri dell'apocalisse mafiosà, ovvero alcuni dei più potenti imprenditori dell'isola. Inchieste per le quali i boss decisero che 'doveva morirè. Così, la sera del 5 gennaio di 31 anni fa, i killer lo seguirono all'uscita dalla redazione e lo freddarono con cinque colpi alla nuca. Pochi giorni prima di essere ucciso - ricorda ancora Boldrini - aveva dichiarato in un'intervista a Enzo Biagi: «Mi rendo conto che c'è un'enorme confusione sul problema della mafia. I mafiosi stanno in Parlamento, i mafiosi a volte sono ministri, i mafiosi sono banchieri, i mafiosi sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione. Non si può definire mafioso il piccolo delinquente che arriva e ti impone la taglia sulla tua piccola attività commerciale, questa è roba da piccola criminalità, che credo abiti in tutte le città italiane, in tutte le città europee. Il fenomeno della mafia è molto più tragico ed importante». Quei giovani, che portarono avanti le battaglie de 'I Sicilianì con tenacia e passione civile - sottolinea - in questi decenni hanno continuato con ostinazione nel loro impegno per la legalità«. »I figli di Pippo Fava, Claudio ed Elena, hanno tenuto alta la memoria sulla sua straordinaria esperienza umana e giornalistica, contribuendo a fare crescere la consapevolezza nelle nuove generazioni. Anche grazie a tutti loro, adesso c'è sicuramente maggiore comprensione della capacità di penetrazione delle mafie e delle connessioni tra criminalità, imprenditoria e politica. E i Siciliani di ieri, insieme a quelli di oggi - conclude Boldrini - continuano a credere e lottare per sconfiggere soprusi e connivenze della criminalità«.(ANSA).