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Al Teatro Massimo ricordate le vittime delle mafia. L’iniziativa di Libera nel rispetto delle regole anti Covid
Dal 1996 il 21 marzo è diventato il giorno del ricordo delle vittime della mafia. E anche quest’anno l’iniziativa promossa dall'associazione Libera viene celebrata, nonostante le difficoltà dell'emergenza Covid-19 e dal confinamento domestico, il 20 e 21 marzo in varie località italiane.
Libera ha voluto organizzare delle piccole iniziative locali, nel massimo rispetto delle restrizioni per le indispensabili misure di sicurezza contro la pandemia, chiedendo ai presidi e ai coordinamenti di Libera, alle scuole, alle università e alle associazioni aderenti, alla rete di Avviso Pubblico e ai cittadini, di organizzare la mattina di sabato 20 marzo la lettura dei nomi delle vittime innocenti delle mafie, dinanzi a uno o più spazi culturali del proprio territorio.
A Palermo il ricordo dei caduti per mano delle mafie si è celebrato leggendo i loro nomi al foyer del Teatro Massimo, in solidarietà con il mondo della cultura e degli spettacoli colpiti dalla pandemia. Alla manifestazione c'era anche Vincenzo Agostino, padre del poliziotto Nino Agostino, ucciso nell’89 insieme alla moglie Ida Castelluccio: “La sentenza di condanna per il boss Madonia per l’omicidio di mio figlio è la vittoria della magistratura onesta contro le ‘mele marce’ di uomini infedeli allo Stato - ha detto Agostino - Ho sempre avuto fiducia nelle istituzioni, mi spiace che dopo 32 anni mia moglie non sia qui”.
Per il 21 marzo, domenica, Libera ha proposto l’organizzazione di momenti di raccoglimento, veglie ecumeniche, deposizioni di fiori presso lapidi o strade intitolate a vittime di mafie, spazi adatti in cui far convergere un numero limitato di persone, distanziate tra loro e con l’uso della mascherina protettiva, ove possibile e sempre nel pieno e rigoroso rispetto delle normative anti Covid vigenti.