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Aneddoti, personaggi e curiosità: al Circolo della stampa quella "Palermo sportivissima" che non c'è più

Aneddoti, personaggi e curiosità: al Circolo della stampa quella "Palermo sportivissima" che non c'è più

Dal velodromo in via Filippo Parlatore dove si radunavano cinquemila amanti delle due ruote, ai primi campi di tennis dove si esibiva una lady Whitaker con gonne che le coprivano le gambe sino alle caviglie, per arrivare naturalmente al calcio e alla vera data della fondazione del Palermo e al mistero del colore della sua maglia. Tante curiosità, aneddoti, storie di una città che ha sempre amato lo sport in maniera viscerale grazie alla passione del popolo e alla spinta di quegli aristocratici e dei borghesi che tra l’Ottocento e l’inizio del Novecento hanno segnato la vita sociale della Conca d’oro. Protagonista Guido Fiorito con il suo libro "Palermo sportivissima" al Circolo della stampa che sollecitato da un’incalzante Mario Pintagro e da un sempre puntuale e preciso Vincenzo Prestigiacomo ha portato gli ascoltatori in giro per una città che non c’è più, ma che è bello ricordare e per molti conoscere per la prima volta.

circolo.fuioritoNel volume si raccontano le epiche imprese dei primi tennisti cittadini grazie all’impegno della famiglia Whitaker che creò i primi campi facendo arrivare giocatori da Wimbledon, mentre nella zona di villa Igea si giocava a golf. E poi l’epopea del velodromo nato e demolito in pochi anni quando esplose la passione per la bicicletta con migliaia di spettatori sulle tribune in legno di via Filippo Parlatore. Una passione popolare, quella della bici che travolse tutti portando il mezzo a due ruote a diventare così diffusi da far pensare alla pubblica amministrazione di mettere le targhe e di tassare la loro circolazione. Tanto spazio al calcio poi con i legami fortissimi naturalmente con il football, con le oltre 100 partite raccontate in quei primi anni del Novecento con le vittorie importanti del Palermo nella coppa Lipton ma senza alcuna partecipazione ai tornei nazionali. "Un peccato - ha sottolineato Guido Fiorito -, perché probabilmente quella squadra fortissima, espressione di una delle due città più popolose dell’allora Regno d’Italia, era in grado di arrivare alla finale scudetto in un’epoca in cui però la Pro Vercelli faceva incetta di tricolori". Tante le domande naturalmente anche sul panorama motoristico dove la famiglia Florio oltre che alla famosissima Targa su sui tornanti delle Madonie, aveva lanciato anche la cronoscalata Palermo - Monreale. E ulteriore curiosità l’avventura dei Florio anche nella costruzione di automobili prima ancora dell’inizio da parte della Fiat a Torino. "Questo perché - ha ricordato Fiorito - la decisione di far correre su un percorso così difficile e accidentato come quello del circuito delle Madonie per Vincenzo Florio era una scelta che doveva portare alla vittoria non della auto più veloce, ma della macchina più robusta. Una vettura che poi sarebbe stata utilizzata da tutti nella quotidianità".

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