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Fnsi e Assostampa su caso De Luca: inquietudine per violenza attacco social a giornalisti in chiave intimidatoria e offensiva da candidato governatore
Un energumeno che sputa parolacce e offende le persone si aggira per la Sicilia. Si chiama Cateno De Luca.
Al di là del folclore e della sguaiataggine fuori controllo del personaggio che non meriterebbe la nostra attenzione e nemmeno quella degli elettori, la sua intemerata veemenza contro i giornalisti e i loro organismi di rappresentanza concentrata in un video su Facebook pone una riflessione sull'utilizzo dei social in chiave intimidatoria e offensiva.
Nessun direttore di giornale, di testata televisiva o online potrebbe mai pubblicare o mandare in onda un documento come quelli diffusi dall'ex sindaco di Messina pieni di contumelie, ingiurie, oltraggi, minacce, insulti, avvertimenti. A meno di volersi beccare, assieme all'editore, una querela e pagarne in solido le conseguenze. Invece, come profeticamente aveva intuito molti anni fa Umberto Eco, «i social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli» senza che si riesca minimamente a creare un argine che, invece, dovrebbe scattare quando il livello delle offese sale fino a punte intollerabili e ingiustificabili. Nel caso specifico, però, un filo di inquietudine sale quando a utilizzare come una clava i social è qualcuno che aspira a guidare il governo regionale. Attaccare giornali e giornalisti in quel modo è tipico dei caudillos sudamericani, dei regimi integralisti, degli intolleranti senza pudore. Ci sono molti modi per fare valere le ragioni di fronte a notizie che vengono ritenute errate. Non sono contemplate le offese e le intimidazioni. Un giudice deciderà, in questa storia, cos'è giusto e cos'è sbagliato.
Ne ha avute anche per il sindacato regionale dei giornalisti, il raffinato De Luca. Ha accusato il segretario Roberto Ginex di avere diramato un comunicato di solidarietà al collega Giacinto Pipitone, ma essendo in conflitto di interessi perché fa parte dello staff della comunicazione di Renato Schifani. Si segnala, però, che la nota era a firma della “segreteria di Assostampa”. Ginex, infatti, giornalista precario, proprio per assumere l'incarico al fianco di Schifani, si era dimesso sabato scorso da segretario per ragioni di opportunità, nonostante nessuna norma o regolamento lo obbligasse a farlo. E questa vicenda ancora una volta accende i fari - oltre che sulle aggressioni che i giornalisti subiscono quotidianamente anche da esponenti politici o pseudo tali – sulla precarizzazione di una professione che porta molti colleghi a dovere saltare da un incarico all'altro per portare a casa onestamente uno stipendio.
Federazione nazionale della stampa - Fnsi
Assostampa, sindacato regionale dei giornalisti
(Nella foto: Palazzo d'Orleans, sede della Presidenza della Regione Siciliana)