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"Il giornalista pubblico per una corretta informazione istituzionale". Confronto al corso di formazione di Assostampa Catania

"Il giornalista pubblico per una corretta informazione istituzionale". Confronto al corso di formazione di Assostampa Catania

Giornalista pubblico, e non addetto stampa, da valorizzare nel rispetto dello spirito della legge 150 del 2000, perché, da “vero mediatore intellettuale”, è in grado di garantire ai cittadini il diritto ad essere correttamente informati. Un ruolo fondamentale per assicurare trasparenza negli enti pubblici diverso da quello del portavoce ccorso addetto stampa2he, senza vincoli deontologici, è chiamato a svolgere esclusivamente comunicazione politica. Questo in sintesi quanto emerso dal corso di formazione professionale per giornalisti, sul tema “Addetto stampa e portavoce: due figure professionali con compiti diversi”, svoltosi nel centro fieristico “Le Ciminiere” di Catania ed organizzato dalla sezione provinciale di  Assostampa (Associazione siciliana della stampa) e dal Gus, Gruppo uffici stampa. A relazionare sono stati il professore Rosario Faraci, docente di Economia e gestione delle imprese ed Organizzazione aziendale dell’Università̀ di Catania, l’avvocato Giovanni Tracia, già  segretario generale e city manager e la giuslavorista Manuela Lo Presti.

Ai lavori, moderati dal fiduciario del Gus Gaetano Guidotto, ha partecipato anche l’assessore regionale alle Autonomie locali Andrea Messina che ha assicurato il sostegno del Governo Schifani affinché ncorso addetto stampa3egli enti pubblici venga sempre garantire una corretta informazione istituzionale. Nel dettaglio, dopo i saluti istituzionali del vicesegretario regionale di Assostampa Concetto Mannisi e del segretario provinciale Filippo Romeo, che hanno sottolineato l’importanza di questi corsi ed evidenziato la  decisione dell’Ordine regionale dei giornalisti di sospendere in Sicilia – unica regione in Italia – la formazione continua nel mese di marzo, i relatori hanno evidenziato le differenze fra informazione e comunicazione, spesso confuse, il ruolo del giornalista, unica figura professionale a poter diffondere notizie, le discrasie che si registrano in tanti comuni nell’inquadramento dei giornalisti  e le difficoltà ad applicare pienamente la legge 150 del 2000.

“Quando ci riferiamo a chi svolge il delicato compito di informare correttamente i cittadini – ha affermato il professore Faraci – più che addetto stampa dovremo chiamarlo giornalista pubblico, un professionista in grado di soddisfare a pieno la necessita dei cittadini di essere correttamente informati”. “Siamo lontani – ha aggiunto l’avocato Tracia – da una corretta applicazione della legge 150 del 2000. La presenza della figura del giornalista nella pubblica amministrazione è essenziale per garantire corretta informazione. Una figura cui va garantita stabilità ed il giusto inquadramento professionale”. “La specificità della figura del giornalista pubblico va valorizzata – ha concluso l’avvocato Lo Presti – per garantire il diritto soggettivo del cittadino ad essere informato correttamente ed in maniera trasparente”.

 

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