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Moles: “Piattaforme, media tradizionali, giornalisti e comunicazione istituzionale, necessario tutelare insieme il diritto dei cittadini a essere correttamente informati anche sui nuovi canali”.


"E' arrivato il momento di fare tutto ciò che è utile per fare un'informazione che sia la più chiara, concreta e certificata possibile. La Presidenza del Consiglio dei Ministri sta per programmare una campagna di comunicazione istituzionale sulla disinformazione e per un uso sano e consapevole dei media digitali".

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Lo ha detto il Sottosegretario all'Editoria, Giuseppe Moles, nel corso della presentazione del primo Rapporto OCSE sulla comunicazione pubblica dal titolo "Comunicazione pubblica: il contesto globale e la strada da seguire".

"Da questa giornata emerge l'importanza di una comunicazione pubblica che vada nell'interesse primario del cittadino e che sia quindi trasparente, efficace, veloce, moderna, capace di arrivare a più persone fornendo risposte chiare, concrete, coerenti e verificabili. La comunicazione istituzionale deve essere costituita da un rapporto diretto, ma anche dalla semplificazione e dalla partecipazione. Abbiamo l'esigenza di combattere la disinformazione, ma nello stesso tempo bisogna contrastare la crisi di fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni. Per fare questo serve una comunicazione istituzionale fedele, ineccepibile e inattaccabile. La comunicazione istituzionale ha l'obbligo di essere veritiera, va rispettato il più possibile il diritto del cittadino di essere informato correttamente, ma serve avere anche l'informazione giusta su tutto quello che le istituzioni mettono a disposizione del cittadino stesso: bonus, bandi, semplificazioni, campagne di sensibilizzazione sui vaccini”. “Nel 2021 – ha ricordato il Sottosegretario Moles - la Rai ha trasmesso sui canali generalisti 9.498 spot della Presidenza del Consiglio dei Ministri per 11,5 miliardi di contatti: questo è uno dei compiti della comunicazione istituzionale, senza tralasciare i media tradizionali. E’ fondamentale la responsabilità di tutti gli attori coinvolti, piattaforme, media tradizionali, giornalisti e comunicazione istituzionale per fare un ragionamento onnicomprensivo su tutto ciò che possa essere utile per tutelare il diritto dei cittadini a essere correttamente informati, anche con l'utilizzo di nuove tecnologie e nuovi canali. Tutti gli stakeholders devono essere coinvolti ed interessati".

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