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Osservatorio Ordine-Sindacato dei giornalisti: in Sicilia collaborazioni indecorose, compensi al di sotto della soglia di povertà assoluta Istat


 giornalisti freelance precari 2070

 

Osservatorio Carta di Firenze ordine sindacatoL’Osservatorio permanente sulle condizioni professionali dei giornalisti costituito tra Odg e Assostampa valuta come un importante successo della categoria la vertenza nazionale iniziata in Sicilia e proseguita con il ricorso vinto presso il Tar Lazio, che ha portato lo scorso 4 dicembre all’insediamento della Commissione per l’Equo Compenso dei giornalisti non subordinati nelle redazioni. Ripartono così finalmente le procedure di attuazione della legge 233/2012, che stabilisce tre strumenti (compenso equo, tracciabilità del lavoro autonomo e sanzione all’editore inadempiente) per attuare l’equità retributiva: le remunerazioni dei giornalisti non subordinati devono essere coerenti con quelle dei subordinati, non assegnate con tabelle di compensi arbitrari.

L’Ordine nazionale ha elaborato una proposta che individua un indicatore di congruità finalizzato ad ottenere un parametro di compenso orario per il lavoro autonomo. Anche la Fnsi guarda ad un parametro orario di equità, accanto a criteri che stabiliscano il tempo necessario a realizzare i singoli contenuti informativi.
Una pessima notizia è stata la recente bocciatura dell’emendamento alla finanziaria che avrebbe dovuto abolire il cococo per i giornalisti.

L’Osservatorio propone l’introduzione come criterio oggettivo di comparazione per l’adeguatezza e il decoro del compenso nelle collaborazioni di lavoro autonomo, la soglia di povertà assoluta determinata dall’Istat, che nelle Regioni del Mezzogiorno d’Italia per un individuo singolo è 621,11 euro al mese.

Le misure d’aiuto per l’editoria locale (come la LR 30 dicembre 2013, n. 24 e un ddl all’Ars), anche in considerazione della limitata entità delle risorse economiche disponibili, dovrebbero essere finalizzate prevalentemente al sostegno dei livelli occupazionali nel territorio regionale ed escludere le aziende che pagano collaborazioni fisse di importo mensile inferiore alla soglia di povertà.

Attraverso un monitoraggio delle aziende editoriali si dovrà arrivare a disporre di un elenco aggiornato dei direttori responsabili delle testate dell’Isola, per aiutare l’individuazione e controllo delle situazioni critiche nelle redazioni sottocontrattualizzate.

Per quanto riguarda le vertenze, continua la situazione critica della redazione di Libertà di Frequenza, testata webradiotv dell’Università degli studi di Palermo. L’Ateneo è stato diffidato dall’Assostampa per comportamento antisindacale, per l’interruzione della procedura di stabilizzazione delle posizioni dei lavoratori precari, e per aver costituito l’ufficio stampa all’interno dello staff del rettore. Accanto a questo, c’è un grave aspetto omissivo, cioè il diniego da parte del direttore responsabile della certificazione del lavoro svolto dai redattori, e il “mistero” di chi sia in atto formalmente il direttore responsabile, ora che lo storico addetto stampa Unipa Giuseppe Grasso è andato in quiescenza.

Altra criticità sul territorio riguarda l’ennesima violazione della legge 150/2000 (e della Direttiva 7 febbraio 2002 della Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della Funzione pubblica sull’Attività di comunicazione delle pubbliche amministrazioni) da parte della Azienda Ospedaliera Papardo di Messina. Come viene contestato da Assostampa Messina, comunicati stampa vengono emanati a firma del direttore generale e diffusi direttamente o dal giornalista Santi Cautela. Quest’ultimo è stato individuato attraverso una procedura pubblica per l’assegnazione di una borsa di studio ad un “esperto di comunicazione”, non attraverso un concorso per addetto stampa riservato a giornalisti.

Infine, all’attenzione dell’Osservatorio anche il caso di Domenico Pantaleo, unico giornalista di “Radio Tindari” - di cui è proprietario ed editore il Santuario di Tindari - che dal 2002 realizza il notiziario in onda 4 volte al giorno per 7 giorni la settimana, per un compenso di 200 euro al mese.

 

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