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Equo compenso. Si apre al ministero di Giustizia il tavolo sull’emanazione dei parametri per i giornalisti


Ministero di Giustizia via Arenula

Impegno del Ministero a colmare in tempi brevi il vuoto normativo sui parametri per il compenso dei giornalisti. L’Ordine, interlocutore istituzionale, disponibile ad accogliere e far proprie le proposte complessive e coerenti che giungono dal sindacato.

Il 24 luglio, in via Arenula a Roma, si è aperto il confronto sulla liquidazione giudiziale dei compensi tra il ministero della Giustizia, competente sul tema, Fnsi e Ordine dei giornalisti.
Prima del tavolo formale di confronto sono state ascoltate le Associazioni della stampa siciliana e romana, sindacati territoriale aderenti alla Fnsi, che hanno presentato lo scorso gennaio il ricorso al Tar contro il Ministero di Giustizia per la mancata emanazione delle tabelle professionali dei giornalisti.


Il Ministero, con una delegazione di alto livello amministrativo guidata dal capo di gabinetto del ministro Bonafede, Fulvio Baldi, ha dichiarato di voler affrontare e risolvere la questione. I giornalisti sono l’unica categoria professionale e ordinistica a non avere i parametri ministeriali dei compensi. Si vuole dunque anche per i giornalisti l’emanazione della normativa che definisca i valori economici per le singole e diverse prestazioni.

L’incontro ha dato l’occasione di chiarire come quello dell’equo compenso, frutto del combinato disposto delle leggi 27/2012 e 172/2017, sia un ambito normativo diverso e ben più ampio di quello della legge 233/2012, limitato soltanto a garantire che nelle redazioni dei quotidiani il compenso dei giornalisti lavoratori autonomi sia coerente con quello dei subordinati.

Le due associazioni della stampa hanno rappresentato una proposta di composizione della vertenza - in linea con i documenti politico sindacali approvati dalla Clan Fnsi negli ultimi anni e con riferimento alle tabelle dei compensi dell’Ordine datate 2007 - che contiene anche l’iniziativa di creare un nucleo centrale di monitoraggio a livello ministeriale con la presenza di giornalisti per verificare l’applicazione delle tabelle, sul modello di quanto appena sottoscritto tra ministero della Giustizia e Consiglio nazionale forense.
L’Ordine nazionale dei giornalisti, interlocutore istituzionale del ministero vigilante, ha dichiarato il presidente nazionale Carlo Verna, si è detto disponibile ad accogliere nella propria proposta un articolato sindacale complessivo e coerente. Il tavolo si aggiornerà a settembre.
“Siamo convinti che la disponibilità e la correttezza istituzionale dimostrata dal Ministero di giustizia sia la condizione indispensabile per definire e chiudere una partita aperta da troppi anni e un modo reale e concreto per tutelare i lavoratori non subordinati, i due terzi della nostra categoria”, affermano in un comunicato congiunto l’Associazione Siciliana della Stampa e l’Associazione Stampa Romana. “Ancora oggi non mancano casi di pezzi e notizie di giornali e agenzie pagati dai 3 ai 5 euro lordi. Una deriva indegna di un paese civile”.


Equo compenso: Bonafede, interverrò su compenso giornalisti. Liberta di informazione si garantisce con dignità cronisti
(ANSA) – ROMA, 24 LUG – Il ministero della Giustizia si e’ impegnato, attraverso i propri uffici, a colmare il vuoto normativo sui parametri per il compenso dei giornalisti. E’ questo l’esito dell’incontro tenutosi stamane al ministero della Giustizia a cui hanno partecipato i vertici tecnici di via Arenula, il sottosegretario Morrone, il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna e la Fnsi. Il tavolo tecnico e’ stato aggiornato a settembre quando il Ministero presentera’ la proposta di modifica legislativa. “La liberta’ d’informazione si garantisce e si riconosce, prima di tutto, garantendo la dignità professionale ai giornalisti. Un cronista che viene pagato anche solo 3 euro per ogni articolo, non potrà mai essere libero, caratteristica fondante della professione per poter dare ai cittadini un piena e corretta informazione che è la base di ogni democrazia,” ha commentato il ministro Bonafede.   

 

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