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Vertenza Giornale di Sicilia, dopo i poligrafici scioperano anche i giornalisti. Botta e risposta tra lavoratori e azienda


Sciopero GDS 22 giu 2019

Il comitato di redazione del Giornale di Sicilia ha deciso di proclamare per oggi una giornata di astensione dal lavoro.

Pubblichiamo di seguito i comunicati diffusi oggi rispettivamente dai lavoratori e dall’azienda editrice del Giornale di Sicilia sulla vertenza in atto e lo sciopero dichiarato, separatamente, da giornalisti e poligrafici.

Cari lettori, questo giornale oggi è in edicola nonostante lo sciopero dei poligrafici (che già da mercoledì hanno proclamato cinque giorni di astensione del lavoro) e dunque senza il loro apporto. Un fatto senza precedenti e per noi gravissimo. La redazione dei giornalisti del Giornale di Sicilia, che ieri sì è riunita in assemblea per esaminare il drammatico momento che l'azienda tutta attraversa, è solidale con i compagni di lavoro, poligrafici e amministrativi in lotta e in sciopero per la salvaguardia del posto di lavoro, messo a rischio un'azienda che, per quel che li riguarda ha annunciato un taglio di 34 unità su 43 attualmente in servizio. Un’azienda che, nonostante l’acquisizione da parte di una nuova proprietà, continua a parlare solo il linguaggio dei tagli e non quello del rilancio e dal 2016 ormai costringe giornalisti e poligrafici a sostenere il pesantissimo costo della riduzione degli stipendi per effetto della cassa integrazione e della solidarietà, gravando anche i collaboratori già di per sé mal pagati senza prospettive di stabilizzazione e da mesi pure retribuiti «se e quando i può». Azienda che, nonostante i sacrifici già affrontati da tutti coloro che vi lavorano, non cerca soluzioni per fermare le emorragie ma apre solo nuovi scenari di tagli di prodotto e personale.

Il Cdr del Giornale di Sicilia


Il Cdr entra nei merito di una vertenza che non riguarda i giornalisti. Esprimendo una solidarietà ai lavoratori poligrafici che appare ipocrita, visto che non impedisce l'uscita in edicola del quotidiano, garantita proprio dal regolare lavoro della redazione. Una solidarietà fine a se stessa, che adduce argomentazioni pretestuose e disancorate da una realtà che solo chi è in malafede non vede. Si additano le presunte politiche di soli tagli, adottate non certo a cuor leggero, e si dimentica volutamente di sottolineare che questa azienda è vittima di una crisi di sistema ultradecennale che non ha risparmiato nessuna realtà editoriale dell'intero panorama nazionale. Negli ultimi 10 anni fin troppe testate, anche storiche hanno dovuto interrompere le pubblicazioni vittime di una recessione insostenibile in termini di vendite e introiti pubblicitari. Questo giornale invece ha tenuto duro, per sette anni ha dato fondo alla propria liquidità per 22 milioni di euro, e altre importanti risorse sono state messe in campo dai nuovi soci, senza mai far gravare la crisi sui lavoratori. Solo negli ultimi tre anni sono state attuate operazioni di risparmio ed è stato chiesto ai dipendenti di contribuire in parte, con la copertura degli ammortizzatori sociali, agli sforzi degli azionisti. Che peraltro non hanno esitato a promuovere nuovi investimenti. Facile e sterile sollecitare genericamente azioni di rilancio, come se mancasse la volontà di adottarle. Ci indichino i giornalisti - con zelo pronti a lavorare, salvo poi a solidarizzare con chi invece sciopera e rinuncia allo stipendio - un modello virtuoso da imitare in un panorama generale di crisi. Nessuna colpa può essere attribuita a chi ha il solo torto di voler tenere in piedi l'azienda, a dispetto di un mercato che dà chiari segnali in senso opposto. E nonostante l'atteggiamento ostile, avverso e provocatoriamente mistificatore della realtà, dei suoi dipendenti.

Gli editori e il direttore


Il comitato di redazione del Giornale di Sicilia ha deciso con un solo voto contrario di proclamare un giorno di sciopero in data odierna.
È la risposta che la redazione intende dare al comunicato dell'azienda, dai toni inaccettabili e diffamatori, che ha definito ipocrita il comportamento dei giornalisti in merito al sostegno fornito alla vertenza dei poligrafici, per i quali sono stati annunciati 34 licenziamenti. Mai fino ad oggi la controparte datoriale si era permessa di utilizzare frasi di inaudita gravità, oltre che false, attribuendo comportamenti privi di qualsiasi riscontro nella realtà.
È chiaro il nervosismo dell'azienda, che ricorre alle offese quando non ha argomenti. C'è un dato incontrovertibile: non è stata ancora avviata alcuna iniziativa editoriale per il rilancio del quotidiano e le nuove edizioni provinciali annunciate a maggio dell'anno scorso sono state cancellate.
Col comunicato pubblicato oggi, l'azienda si è assunta la responsabilità di alzare il livello dello scontro.

Il Cdr del Giornale di Sicilia


 Il Giornale di Sicilia oggi, sabato 22 giugno, è stato in edicola nonostante lo sciopero di noi poligrafici, avvalendosi di lavoratori che presumiamo estranei all'azienda e alle mansioni dei poligrafici stessi e che hanno vanificato la nostra protesta.
L'azienda ha usato toni mai sentiti in anni di dialoghi più o meno animati, definendo ipocrita la nota di solidarietà espressa dai giornalisti nei nostri confronti, perché accompagnata dalla loro prestazione che ha permesso la pubblicazione del Giornale.
Teniamo a precisare che la pubblicazione del giornale non è conseguenza di una decisione dei giornalisti: sono stati chiamati dall'azienda a prestare il loro servizio e, non essendo in sciopero, non potevano rifiutarsi di farlo.

Solidali con i redattori del Giornale di Sicilia, ci auguriamo di continuare in un percorso comune finalizzato alla salvezza dei nostri posti di lavoro e del nostro Giornale.

Rsu dei poligrafici del Giornale di Sicilia


Ai poligrafici, con i quali siamo impegnati in un confronto appena aperto, precisiamo che nessuno ha costretto i giornalisti a lavorare.

Questi ultimi si sono limitati a esprimere una solidarietà di facciata e a parole, garantendo comunque la propria regolare prestazione e l'uscita del giornale in edicola. Ai giornalisti invece ricordiamo, se mai non se ne fossero accorti, che al momento la vertenza riguarda i lavoratori poligrafici, non loro.
Eppure è stato il cdr a usare toni fuori luogo nel manifestare la propria presunta solidarietà, con il solo scopo di attaccare un'azienda impegnata con tutte le proprie forze a salvare il Giornale di Sicilia da una crisi sistemica grave e negli ultimi dieci anni fatale per molte altre testate.
Lo dimostra il fatto che lo sciopero proclamato oggi non è di solidarietà nei confronti dei lavoratori poligrafici, ma solo una reazione rabbiosa alla risposta che l'azienda ha doverosamente dato alla violenta e inaccettabile nota del Cdr.

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