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Vertenza collaboratori, da La Sicilia a Il Gazzettino: occorre mobilitazione nazionale sul lavoro giornalistico non subordinato
L'Associazione siciliana della stampa e gli organismi regionali del lavoro autonomo manifestano la piena solidarietà nei confronti dei colleghi della redazione del “Gazzettino” di Venezia, ancora in agitazione dopo lo sciopero contro la decisione unilaterale dell’editore di tagliare i compensi dei collaboratori.
Al grido d’allarme per la grave situazione che vivono oggi i giornalisti veneti del Gazzettino, Assostampa Sicilia aggiunge il protrarsi della vertenza dei collaboratori del quotidiano La Sicilia per il pluriennale e non più tollerabile arretrato da parte dell’editore catanese nel pagamento dei compensi dei lavoratori, che oltre il danno hanno dovuto subire anche la beffa di carattere fiscale, versando tasse per compensi non ancora percepiti ma comunque certificati dalla stessa azienda col rilascio del Cud.
Ai compensi da 4 a 19 euro lordi denunciati dal Cdr del Gazzettino (19 euro solo nel caso di pezzi oltre le 68 righe) fanno eco quelli da 3 e 4 euro lordi pagati in Sicilia, come in altre regioni d’Italia, in assoluto spregio ai minimi indicati nell’accordo sul lavoro autonomo dal contratto di lavoro giornalistico Fieg-Fnsi siglato nel 2014.
Non è più tollerabile, e va definitivamente resa impossibile attraverso un'immediata mobilitazione nazionale, l'applicazione del teorema secondo cui all’interno di una stessa testata l’editore possa decidere che i "redattori aggiunti" - cioè tutti quei collaboratori (non assunti) che comunque con il complesso delle loro prestazioni d’opera garantiscono quotidianamente la realizzazione del giornale - possano essere pagati con modalità e compensi del tutto arbitrari, che costituiscono disparità di trattamento con i colleghi assunti e un vergognoso sfruttamento dei lavoratori.
Come già denunciato da tempo da Assostampa Sicilia e dai suoi rappresentanti del lavoro autonomo, la persistente, profonda disparità di trattamento all’interno degli stessi posti di lavoro, con forme di sfruttamento e precarizzazione che non hanno uguali in nessuna altra professione ordinistica oggi si rivela la causa che ha portato alla crisi irreversibile di bilancio dell’Inpgi, l’ente di previdenza della categoria. Il forte disavanzo tra le pensioni pagate e gli scarsi contributi incassati, provenienti da una platea di lavoratori assunti sempre meno numerosa e con remunerazione sempre più bassa e precaria, sta conducendo al tracollo dell’Inpgi e al suo assorbimento in tempi brevi da parte dell’Inps. Precarizzazione del ruolo e scomparsa dell’ente di previdenza della categoria colpiscono a morte l’indipendenza della professione, compromettendo il suo ruolo di garanzia a tutela del diritto fondamentale del cittadino ad una libera e corretta informazione.
Le battaglie per l’equo compenso, contro la discriminazione dei giornalisti per la mancata applicazione di norme vigenti per tutte le altre professioni, sono state vissute da Assostampa Sicilia con grande impegno, a partire dal Congresso nazionale di Bergamo del 2011, e sono state perseguite con coerenza fino alla vertenza in atto, iniziata direttamente dal sindacato siciliano contro il governo nazionale per l’inadempienza delle leggi 27/2012 (sull’emanazione dei parametri dei compensi) e 233/2012 (sul compenso dei non subordinati in coerenza a quello dei subordinati).
L’Associazione Siciliana della Stampa afferma con forza che vertenze come quelle dei collaboratori del Gazzettino e de La Sicilia sono emblematiche di una situazione cronica di grave malessere che riguarda l’intero panorama nazionale del settore dell’informazione. Il sindacato siciliano dei giornalisti aderisce a quanto espresso dalla Fnsi sull’urgenza di una mobilitazione generale sul lavoro non subordinato, grande nodo irrisolto, la cui vastità lo rende argomento centrale e critico per il futuro dell'intera categoria.