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Assostampa su incarichi gratuiti Città metropolitana di Catania
“Non è accettabile che un ente pubblico disponga atti di assunzione di giornalisti a titolo gratuito e non è etico che i giornalisti accettino questi incarichi”. Lo afferma una nota della segreteria provinciale di Assostampa Catania, il sindacato unitario dei giornalisti, commentando la nomina di un portavoce da parte del sindaco metropolitano per il quale è previsto un impegno a tempo pieno ma senza alcun compenso e contratto.
Il sindacato dei giornalisti – pur rispettando le libertà di scelta degli amministratori nella individuazione dei portavoce, la cui opera viene svolta a titolo fiduciario – ribadisce il ruolo fondamentale dei giornalisti negli uffici stampa delle pubbliche amministrazioni.
Da tempo si chiede un tavolo di confronto per l’istituzione di uffici stampa che siano previsti e fissati nelle piante organiche, con un numero di giornalisti adeguato alle esigenze di una grande città, che siano al servizio degli Enti e garantiscano ai cittadini il diritto di essere correttamente informati.
E questo nel rispetto delle legge 150 che però, a distanza di quasi 20 anni dalla sua emanazione, non può più avere regime di prima applicazione. In questo senso la strada maestra resta sempre e unicamente quella dei concorsi pubblici per titoli con l’applicazione del contratto di lavoro per i giornalisti vigente in Sicilia (unica regionale in Italia) che ne definisce i profili professionali.
Non è più tempo di assalti alla diligenza ma di rigoroso rispetto delle leggi e delle norme. Gli uffici stampa non possono e non devono essere una riserva di incarichi di miglior favore per dipendenti pubblici che già ricoprono altri incarichi, ma strutture altamente professionalizzate alle quali deve essere possibile accedere solo dopo rigorose e trasparenti selezioni pubbliche.
Il sindacato dei giornalisti, dunque, pur confermando la disponibilità all’avvio di un confronto che definisca una volta per tutte organici e assetti degli uffici stampa sia del Comune sia della Città metropolitana, e preso atto della corretta rinuncia del collega alla nomina di portavoce a titolo gratuito, invitano il sindaco metropolitano a ritirare il provvedimento e ad avviare in tempi strettissimi l’ormai non più rinviabile negoziato sindacale.
Il sindacato dei giornalisti – pur rispettando le libertà di scelta degli amministratori nella individuazione dei portavoce, la cui opera viene svolta a titolo fiduciario – ribadisce il ruolo fondamentale dei giornalisti negli uffici stampa delle pubbliche amministrazioni.
Da tempo si chiede un tavolo di confronto per l’istituzione di uffici stampa che siano previsti e fissati nelle piante organiche, con un numero di giornalisti adeguato alle esigenze di una grande città, che siano al servizio degli Enti e garantiscano ai cittadini il diritto di essere correttamente informati.
E questo nel rispetto delle legge 150 che però, a distanza di quasi 20 anni dalla sua emanazione, non può più avere regime di prima applicazione. In questo senso la strada maestra resta sempre e unicamente quella dei concorsi pubblici per titoli con l’applicazione del contratto di lavoro per i giornalisti vigente in Sicilia (unica regionale in Italia) che ne definisce i profili professionali.
Non è più tempo di assalti alla diligenza ma di rigoroso rispetto delle leggi e delle norme. Gli uffici stampa non possono e non devono essere una riserva di incarichi di miglior favore per dipendenti pubblici che già ricoprono altri incarichi, ma strutture altamente professionalizzate alle quali deve essere possibile accedere solo dopo rigorose e trasparenti selezioni pubbliche.
Il sindacato dei giornalisti, dunque, pur confermando la disponibilità all’avvio di un confronto che definisca una volta per tutte organici e assetti degli uffici stampa sia del Comune sia della Città metropolitana, e preso atto della corretta rinuncia del collega alla nomina di portavoce a titolo gratuito, invitano il sindaco metropolitano a ritirare il provvedimento e ad avviare in tempi strettissimi l’ormai non più rinviabile negoziato sindacale.