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Licenziamenti Antenna Sicilia, i lavoratori vogliono rilevare l’azienda: domani Ciancio dirà se accetta
Domani, nella sede di Catania della Regione siciliana, la Sige, società che fa capo alla famiglia Ciancio e proprietaria di Antenna Sicilia, farà sapere ai sindacati e all’assessore regionale al lavoro se accetterà o meno la proposta fatta dai lavoratori di rilevare l’azienda per evitare i sedici licenziamenti decisi per motivi economici.
Sino a questo momento l’azienda Sige non ha ancora dato una risposta alla proposta inoltrata ufficialmente all’assessore regionale Bruno Caruso che su questo argomento ha offerto la sua mediazione. Così come, l’azienda non ha ancora indicato il tecnico che dovrebbe avviare la trattativa sulla valutazione dell’emittente.
Un atteggiamento di chiusura ingiustificato che suona come offesa non solo ai lavoratori e ai loro rappresentanti, ma anche alle istituzioni (dal sindaco Bianco al Consiglio comunale di Catania) e allo stesso assessore che questo progetto di working buyout hanno inteso appoggiare o comunque valutare nella sua intera complessità.
Nella sede della Regione, a latere del tavolo di consultazione sindacale al quale siedono i sindacati Slg-Cgil, Fistel-Cisl e Associazione siciliana della Stampa, è stato convocato anche, con procedura inusuale e in una sede inedita, il funzionario dell’ufficio del Lavoro che dovrebbe sancire la conclusione della trattativa sindacale prevista dalla legge sui licenziamenti collettivi.
Intanto tutti i lavoratori di Antenna Sicilia (dai tecnici ai giornalisti) – pur consapevoli della drammaticità della situazione e pur non percependo gli stipendi da agosto – continuano a lavorare col massimo impegno e con la massima professionalità. E questo Tg, come tutti quelli andati in onda in queste difficili settimane di trattative con la incombente minaccia dei licenziamenti, ne è la testimonianza. Lo facciamo per i nostri telespettatori che ci seguono ormai da 36 anni (e che forse presto troveranno al nostro posto un'altra sigla e un altro telegiornale acquistato e prodotto altrove), perché intendiamo rispettare loro, la nostra storia umana e professionale, il nostro lavoro e la funzione di informare correttamente i cittadini. Come abbiamo sempre fatto dal 1979 sino ad oggi. E come adesso l’azienda Sige, della famiglia Ciancio, ha deciso di non farci più fare.
Sino a questo momento l’azienda Sige non ha ancora dato una risposta alla proposta inoltrata ufficialmente all’assessore regionale Bruno Caruso che su questo argomento ha offerto la sua mediazione. Così come, l’azienda non ha ancora indicato il tecnico che dovrebbe avviare la trattativa sulla valutazione dell’emittente.
Un atteggiamento di chiusura ingiustificato che suona come offesa non solo ai lavoratori e ai loro rappresentanti, ma anche alle istituzioni (dal sindaco Bianco al Consiglio comunale di Catania) e allo stesso assessore che questo progetto di working buyout hanno inteso appoggiare o comunque valutare nella sua intera complessità.
Nella sede della Regione, a latere del tavolo di consultazione sindacale al quale siedono i sindacati Slg-Cgil, Fistel-Cisl e Associazione siciliana della Stampa, è stato convocato anche, con procedura inusuale e in una sede inedita, il funzionario dell’ufficio del Lavoro che dovrebbe sancire la conclusione della trattativa sindacale prevista dalla legge sui licenziamenti collettivi.
Intanto tutti i lavoratori di Antenna Sicilia (dai tecnici ai giornalisti) – pur consapevoli della drammaticità della situazione e pur non percependo gli stipendi da agosto – continuano a lavorare col massimo impegno e con la massima professionalità. E questo Tg, come tutti quelli andati in onda in queste difficili settimane di trattative con la incombente minaccia dei licenziamenti, ne è la testimonianza. Lo facciamo per i nostri telespettatori che ci seguono ormai da 36 anni (e che forse presto troveranno al nostro posto un'altra sigla e un altro telegiornale acquistato e prodotto altrove), perché intendiamo rispettare loro, la nostra storia umana e professionale, il nostro lavoro e la funzione di informare correttamente i cittadini. Come abbiamo sempre fatto dal 1979 sino ad oggi. E come adesso l’azienda Sige, della famiglia Ciancio, ha deciso di non farci più fare.