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Antenna Sicilia, la famiglia Ciancio ha avviato la procedura di licenziamento per l’intera redazione
La seconda testata del Meridione d’Italia rischia di chiudere: la proprietà, la famiglia Ciancio, ha avviato la procedura di licenziamento per l’intera redazione di Antenna Sicilia e per quasi tutti i tecnici. Dopo aver raccontato ogni giorno con professionalità e passione per quasi quaranta anni di storia della Sicilia, un dissennato piano di riduzione dei costi punta alla esternalizzazione degli spazi di informazione, cioè all’acquisizione di un prodotto preconfezionato e privo di identità.
L’Associazione siciliana della stampa, come gli altri sindacati rappresentativi delle varie categorie professionali, è fortemente impegnato affinchè Catania e la Sicilia, dopo Telejonica, non perdano altri posti di lavoro e un’altra voce di informazione per i cittadini. Tutte le possibili soluzioni alternative per evitare i licenziamenti saranno tentate, anche e – al momento – al di là dei formalismi, l’azienda non sembra disposta ad un confronto costruttivo e su logiche diverse da quelle di licenziamenti eseguiti con la mannaia, per altro con modalità già attuate di recente.
Il sindacato dei giornalisti italiani non può, infine, tacere sull’apparente disinteresse che gran parte dei soggetti pubblici, istituzionali e politici, hanno palesato in questa fase, come se una vertenza occupazionale avesse meno valenza solo perché avviata in nel periodo solitamente dedicato alle ferie. Purtroppo non ci può essere distrazione o superficialità davanti al dramma di lavoratori che rischiano di non rientrare più dalle ferie e di non poter essere facilmente riconvertiti in altri settori, viste le specifiche professionalità.
L’Associazione siciliana della stampa, come gli altri sindacati rappresentativi delle varie categorie professionali, è fortemente impegnato affinchè Catania e la Sicilia, dopo Telejonica, non perdano altri posti di lavoro e un’altra voce di informazione per i cittadini. Tutte le possibili soluzioni alternative per evitare i licenziamenti saranno tentate, anche e – al momento – al di là dei formalismi, l’azienda non sembra disposta ad un confronto costruttivo e su logiche diverse da quelle di licenziamenti eseguiti con la mannaia, per altro con modalità già attuate di recente.
Il sindacato dei giornalisti italiani non può, infine, tacere sull’apparente disinteresse che gran parte dei soggetti pubblici, istituzionali e politici, hanno palesato in questa fase, come se una vertenza occupazionale avesse meno valenza solo perché avviata in nel periodo solitamente dedicato alle ferie. Purtroppo non ci può essere distrazione o superficialità davanti al dramma di lavoratori che rischiano di non rientrare più dalle ferie e di non poter essere facilmente riconvertiti in altri settori, viste le specifiche professionalità.