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E' morto Alberto Stabile: da L'Ora a Repubblica, cronista, corrispondente dal Medio Oriente e gentiluomo

E' morto Alberto Stabile: da L'Ora a Repubblica, cronista, corrispondente dal Medio Oriente e gentiluomo

Era la memoria degli ultimi 30 anni di storia e di guerre del Medio Oriente. È morto a Palermo il giornalista Alberto Stabile. Era nato a Trapani 78 anni fa. Laureato in giurisprudenza, aveva cominciato nei primi anni Settanta la sua carriera professionale come cronista del giornale L'Ora per il quale aveva seguito tutti i più grossi casi di cronaca giudiziaria. Era poi passato a Repubblica, dopo essere stato il primo corrispondente dalla Sicilia e dopo una breve esperienza alla guida della redazione di Bologna. era passato agli Esteri per i quali per oltre venti anni ha seguito tutte le vicende del Medio Oriente con i servizi da Gerusalemme e Beirut.

libro il giardino e la cenereE proprio su questa esperienza aveva scritto il libro "Il giardino e la cenere", edito da Sellerio. È il resoconto personale del conflitto tra Israele e Palestina che Stabile ricostruisce attraverso la voce dei personaggi e dei giornalisti passati dall'American Colony Hotel. Era un luogo di ritrovo per gli inviati delle grandi testate, i fotoreporter e le troupe televisive. Delle cause profonde del conflitto Stabile ha continuato a scrivere per l'Espresso e per la pagina Facebook L'Ora edizione straordinaria: due settimane fa l'ultimo suo collegamento per fare il punto della situazione dopo l'attaccoalberto e salvatore costanza trapani 16 luglio 2020 presentazione libro lora edizione straordinaria di Israele all'Iran. Per alcuni anni ha organizzato, come operatore culturale, cicli di incontri e di spettacoli nell'isola di Favignana alla quale era molto legato, così come lo era a Trapani dove ha partecipato alle due presentazioni del volume L'Ora edizione straordinaria.

I funerali di Alberto Stabile si svolgeranno giovedì 10 luglio alle 9.30 alla chiesa delle Croci, via delle Croci 53, Palermo

Alla famiglia di Alberto l'abbraccio e le condoglianze di Assostampa 

IL RICORDO SU L'ORA EDIZIONE STRAORDINARIA

La morte di Alberto Stabile

DA L'ORA A REPUBBLICA, GIORNALISTA DEI DIRITTI

di SERGIO BUONADONNA

La notizia che temevamo è arrivata nelle prime ore del mattino di oggi 8 luglio, una data già gravida di pesanti ricordi, a Palermo. Alberto Stabile è morto. Era nato nel 1947. Da alcuni mesi aveva ingaggiato la battaglia più difficile contro una di quelle malattie che non ti lasciano alcuna certezza, ti affidano alla speranza che la scienza sia più forte del male. Talvolta avviene, in questo caso no. Ma lui era un combattente. Lo sappiamo senza retorica. Non si può avere lavorato e vissuto per molti anni a Gerusalemme, a Beirut, conosciuto l'Afghanistan. l'Iraq, l'imbecillità delle guerre americane e la violenza e la crudeltà di un potere israeliano che calpesta ogni giorno uomini, donne, bambini, valori, diritti, storia senza essere un combattente. Eppure Alberto l'aveva fatto da ultimo consegnando alle stampe “Il giardino e la cenere” (Sellerio editore), Israele e Palestina nel racconto di un albergo leggendario, l'American Colony a Gerusalemme che è stato scrisse “molto più che un luogo di prolungati soggiorni e d'incontri estemporanei. E' stato una finestra spalancata su una realtà complicata che non conoscevo". E che poi ha imparato a conoscere molto bene nella sua lunga presenza di inviato di Repubblica in quella tormentatissima area del mondo. Un bellissimo libro.

Ancora di recente, in una delle sue numerose partecipazioni a “Il tempo dell'Ora”, ci ha consegnato le sue sempre puntuali interpretazioni della tragedia israelo-palestinese e delle intollerabili intolleranze del potere cieco di Netanyahu. Spesso negli ultimi anni ci siamo rivolti alla sua pagina Facebook per eludere le interpretazioni di comodo che anche grandi giornali continuavano a dare sotto l'influenza di un senso di colpa, come se questo fosse un tratto incancellabile. Alberto non ha smesso mai di ricordare che nella West Bank e non solo c'è la Palestina e ci sono i palestinesi.

Le cure della malattia lo hanno allontanato dai frequenti aspri commenti. Ma ancora il 17 giugno scorso ha scritto: "Ma come si può chiedere, in realtà imporre sotto la minaccia delle bombe, ad una popolazione di quattordici milioni di persone di evacuare una città , una metropoli come Teheran! Per andare dove? Per vagare nel deserto come in una biblica condanna? E per ottenere che cosa, se non la dissoluzione, la desertificazione e in definitiva l’annullamento di un’intera società civile?".

Questo era Alberto, questo il modo schietto e severo di trasmettere il suo pensiero.

Ce lo ricorderemo, come ha fatto Rai 3 pochi giorni fa riparlando de “Il giardino e la cenere”, tutte le volte – cioè ogni giorno – che verranno calpestati diritti umani. Ce lo ricorderemo anche giovanissimo ed entusiasta nei suoi primi passi all'Ora, il gruppo dei trapanesi di più generazioni che ha dato al nostro giornale un apporto prezioso, sempre pieno di idee e di passione cronistica. Stabile è stato per questo un eccellente cronista giudiziario, in questo incoraggiato dal direttore Vittorio Nisticò che più volte lo ricorda nel suo “Accadeva in Sicilia. Gli anni ruggenti dell'Ora di Palermo” (Sellerio).

Erano anche anni “incoscienti” per molti di noi di quella generazione; affrontavamo la realtà di Palermo e della Sicilia ed il ruolo dell'Ora come una missione che richiedeva coraggio e anche appunto un po' di incoscienza. Questo coraggio Alberto non l'ha mai perduto. Soprattutto nei momenti più difficili e audaci della sua carriera quando mettere piede nell'infiammatissima Siria voleva dire mettere in pericolo la propria vita. Non resta che ringraziarti Alberto. E volerti bene.

A seguire, il link dell'intervista del 10 novembre scorso per presentare "Il giardino e la cenere" https://www.facebook.com/share/v/1AzagKUaZv/

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