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Bagheria accoglie "La Scelta" di Sigfrido Ranucci: Un atto d'amore per la libertà di stampa

Bagheria accoglie "La Scelta" di Sigfrido Ranucci: Un atto d'amore per la libertà di stampa

di Marina Mancini
Un pomeriggio di intensa riflessione ha animato Bagheria, con la presentazione del libro "La Scelta" del giornalista e conduttore televisivo di Report Rai 3, Sigfrido Ranucci.  L'evento, tenutosi ieri, 12 maggio, a Villa Rosa, ha visto una partecipazione attenta e coinvolta, desiderosa di approfondire le tematiche cruciali sollevate dall'autore nel suo best seller. Accolto dagli interventi di Giuseppe Castronovo della Libreria Tante Storie e di Antonello Arabia del SUM (Sindacato Unico dei Militari), e con la moderazione di Silvia Mari De Santis, vice capo redattrice dell'Agenzia Dire, Ranucci ha condiviso con il pubblico le motivazioni profonde che hanno dato vita a "La Scelta".
Un titolo che risuona come un "atto d'amore" – come lo ha definito l'autore stesso – per mantenere alta l'asticella di un valore inalienabile: la libertà di stampa.

Il successo editoriale del libro, con oltre 50.000 copie vendute, testimonia la sua stringente attualità. In un'epoca segnata da interferenze nella sovranità nazionale, come l'accenno a Elon Musk lascia intendere, e da una preoccupante escalation di violenza contro i giornalisti in Europa – con cinque professionisti uccisi senza che i mandanti siano stati identificati – "La Scelta" si erge come un faro sulla fragilità della democrazia senza una stampa libera e indipendente. I dati forniti dall'Osservatorio Ossigeno per l'Informazione dipingono un quadro allarmante per l'Italia: ben 516 giornalisti minacciati nel solo 2024. Un numero impressionante che colloca il nostro Paese al primo posto in Europa per numero di operatori dell'informazione sotto scorta o tutela.
Le intimidazioni, che spesso si concretizzano in avvertimenti, insulti e querele temerarie – queste ultime provenienti per metà da politici e amministrazioni pubbliche – evidenziano un clima di crescente ostilità verso chi ha il compito di informare. E' fondamentale sottolineare quanto sia necessario che l'informazione venga garantita in ogni modo corretto e responsabile. Questo implica non solo la tutela del lavoro dei giornalisti indipendenti, ma anche un impegno concreto all'interno delle pubbliche amministrazioni. L'operato degli uffici stampa e degli addetti stampa, che devono imprescindibilmente rispondere a una rigorosa deontologia professionale, assume in questo scenario un ruolo cruciale per assicurare ai cittadini un flusso informativo trasparente sull'attività degli enti pubblici.

Ranucci non ha esitato a portare la sua esperienza personale al centro del dibattito, rivelando di avere ben 196 procedimenti aperti. Un dato che sottolinea le sfide e i rischi che molti giornalisti affrontano quotidianamente nel loro lavoro di ricerca della verità. L'autore ha posto l'accento sulle “leggi bavaglio”: “Quello che mi preoccupa di più sono le leggi liberticide che ci porteranno verso una sorta di oblio di Stato. Una notizia se utile alla collettività va data, ha spiegato il giornalista, nonostante le querele temerarie e le richieste di risarcimento” e sul divieto di pubblicare i nomi che sono all'interno delle ordinanze di custodia cautelare; ovvero degli arrestati ha detto: “Questa è un'altra grande anomalia fatta in nome della presunzione d'innocenza. Chi è che non è a favore della presunzione d'innocenza? Ma occorre capire se questa può avvenire attraverso una sottrazione di informazioni, quindi un segreto, o attraverso invece una maggiore quantità di informazioni. Io sono per la seconda ipotesi – ha detto il giornalista che, al contempo, ha sottolineato che per una magistratura più efficiente sia necessario dotarla di risorse adeguate anche per fare luce su quelle zone d'ombra dove la mancanza di informazione può favorire dinamiche oscure e dannose.
Con una domanda relativa alla pandemia, Ranucci ha ricordato il suo impegno nel raccontare il virus "dalla pancia" delle regioni più colpite, attraverso ben 8000 minuti di trasmissione. Inchieste delicate come quella sui ritardi e le opacità nella gestione del vaccino AstraZeneca hanno dimostrato come un giornalismo d'inchiesta scrupoloso possa portare alla luce informazioni cruciali per la collettività, come nel tragico caso della diciottenne genovese. Il racconto si è fatto più intimo e personale quando Ranucci ha condiviso episodi dolorosi, come l'idea di essere finito nel mirino di trame oscure tanto da farlo pensare al suicidio da cui è stato salvato da una telefonata del figlio Emanuele cui è stato costretto a raccontargli le minacce ricevute. Non sono mancati riferimenti al giornalismo locale, spesso costretto a operare con risorse limitate – "10 euro a pezzo in questo paese malato" – ma la cui importanza nel tessuto democratico è imprescindibile.  L'incontro ha toccato anche un passaggio che ha riguardato Bagheria: quando nella casa di una testimone, che è risultata essere amante del boss latitante Matteo Messina Denaro, ha incrociato, inconsapevole, in un SUV proprio “Iddu”  E ancora ha racContato il caso Tanzi, il ritrovamento dei quadri dopo il crack Parmalat, sottolineando come il giornalismo d'inchiesta possa contribuire al bene comune e alla legalità.

La presentazione de "La Scelta" a Bagheria non è stata solo la celebrazione di un libro di successo, ma un'occasione preziosa per riflettere sul ruolo vitale del giornalismo in una società democratica, sulle sfide che i professionisti dell'informazione affrontano quotidianamente e sulla necessità di difendere con tenacia la libertà di stampa come pilastro fondamentale di ogni nazione civile. Le parole di Sigfrido Ranucci, intrise di un profondo senso di responsabilità, hanno lasciato un segno tangibile nel pubblico presente, alimentando la consapevolezza sull'importanza di una "scelta" chiara e coraggiosa a favore della verità e della libertà.

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