| Notizie
Un cronista tra chat proibite e vampiri, Piero Melati svela il backstage di “Lola & Vlad”. Oggi al Circolo l'incontro

di Tiziana Tavella
In principio, “Lola & Vlad” poteva , anzi, doveva diventare un’inchiesta giornalistica sul lato oscuro della “rete” che in quel momento era ai suoi primi rudimentali esordi, tra chat primordiali e stanze progenitrici dei social network dove lasciarsi andare a pulsioni altrove celate. Una raccolta di informazioni, storie ed esperienze, che però cresceva giorno dopo giorno. Così, appunto dopo appunto, tra le pagine riempite da un cronista esperto quale Piero Melati è sempre stato, iniziavano a farsi strada dei personaggi tanto immaginari, quanto improvvisamente tridimensionali: i “vampiri” contemporanei.
Un misto di curiosità e voglia di raccontare, che però rimane per qualche anno chiuso in un cassetto, sino a quando la chiamata di un editore, Alessandro Polidoro, libera la storia gotica di “Lola & Vlad” che vampiri non sono, ma che dovranno affrontarli in una trama avvincente e convincente, che diventa un libro tutto da leggere e dove una Palermo perfetta per il ruolo, non poteva non diventarne parte integrante sul finale. Ne parliamo con l'autore Piero Melati che oggi presenta il libro alle 18 al Circolo della stampa, con Paola Pottino.
Perché dopo tanti libri dedicati soprattutto alle vicende di mafia, hai scelto un argomento così particolare ?
"Ho lasciato Palermo nel 1987 quando iniziava la camera di consiglio che avrebbe deciso la sentenza del maxi-processo. Da quel momento ho iniziato a girare un po' di redazioni e tra quelle in cui ho lavorato c’è quella di Kataweb. Siamo quindi ai primordi del web ed in questa azienda, si realizzavano contenuti. Qui c’erano le prime stanze, le “room”, in cui si entrava con i nickname e si seguivano discussioni come oggi si seguono sui social. In una room si entrava in 35 al massimo altrimenti crollava tutto (il server allora reggeva poche migliaia di utenti), ed in alcune, tra tanti argomenti c’erano anche quelli legati ad erotismo, sesso, ed erano quelle che attiravano certamente più la curiosità. Così sono inciampato in uno strano fenomeno ed in questo mi ha incuriosito, in particolare incontrarmi con quelli che si facevano chiamavano vampiri. Per un caso del destino avevo scelto Vladimiro come mio nickname, dimenticando però che era il nome del conte Dracula. Così sono entrato in contatto con uno di questi vampiri di cui, per altro, avevo, involontariamente, preso il nome, ma si è mostrato però comprensivo e disponile a svelarmi alcune cose".
Come nasce l’idea di andare a scavare in un periodo molto particolare dell’inizio di Internet e cioè quello in cui nascono le prime chat?
"Lo stimolo viene proprio da questo loro definirsi “vampiri” in tutta la loro vita. Questo mi incuriosiva e portato a volere andare a fondo. Per questo ho scavato e romanzato quella che è la realtà di questo mondo. Per scelta ho riportato nel libro un sacco di cose esattamente per come erano, lasciando integro ad esempio il modo di parlare un po’ sboccato tipico di queste chat, ma anche la musica che si ascolta in quel momento. Ho fatto molto il cronista in questo senso, anche descrivendo i comportamenti esattamente per come si presentavano".
Dei vampiri effettivamente se ci ripensiamo si è sempre parlato. Il vampiro non tramonta mai, anzi ci fa da specchio.
"Nelle discussioni che ho sostenuto ho raccolto varie teorie compresa quella della trasformazione del vampiro in una figura romantica, rassicurante Anzi ho raccolto una teoria, quella legata a Bela Lugosi, che per la prima volta lo porta sullo schermo trasformandolo in una figura romantica e rassicurante. Ma ho anche preso conoscenza di studi psicologici sul vampirismo. Alcuni di loro sconsigliavamo di seguirne la strada perché perché il lavoro che facevano era quello di equilibrare la bestia che viveva in loro".
Hai un legame particolare con i luoghi dì Palermo che hai scelto di inserire nel racconto?
"Sicuramente il mio rapporto con la città rimane forte. La vicenda si conclude a Palermo. Una Palermo parallela uguale a quella attuale in un gioco tra realtà e mondi e astratti, il giorno e la notte. Alcuni di quelli che cito sono luoghi certamente miei. Mi sono rimasti dentro i Cappuccini, il quadro del Trionfo della morte che mi portavano a vedere da bambino. Luoghi, atmosfere che mi sembrano coerenti, con il racconto della storia di Lola e Vlad. La città di Palermo ha un aspetto un po’ gotico legato anche a cose più moderne e che si vede anche oggi".
Al Circolo della stampa Piero Melati racconta i “vampiri” di Palermo: "Lola & Vlad" e il dark web
Circolo della stampa: teatro, libri, ambiente e giornalismo: a gennaio sei appuntamenti a Palermo
La festa del Circolo della stampa: a Mondello musica, danze e buon vino