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Lia Pipitone, Biagio e Giuditta: le targhe al Giardino della memoria. "Cari ragazzi, ricordate queste vittime della violenza"
Riuniti da una data, il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, a Palermo anche anniversario del tragico incidente in cui morirono due studenti del liceo Meli investiti da un’auto di scorta dei giudici Borsellino e Guarnotta, nel novembre del 1985. Al Giardino della memoria di Ciaculli, gestito dall’Associazione nazionale magistrati e dal Gruppo cronisti di Assostampa Sicilia ci sono da oggi due nuove targhe che ricordano Lia Pipitone uccisa in una finta rapina per ordine del padre boss della Arenella nel febbraio del 1983 e Biagio Siciliano e Giuditta Milella, due studenti di 14 e 17 anni che in una mattina piovosa di 39 anni fa erano in attesa dell’autobus davanti la loro scuola.
Due storie che si incrociano e che rimangono cicatrici di una violenza che per anni ha pervaso la città di Palermo. Come ha scritto Piero Melati su questa pagina, Biagio e Giuditta sono la "pietra di inciampo" nella lotta alla mafia, due vittime collaterali di quel clima di tensione che viveva la città alla vigilia del maxi processo iniziato poi nel febbraio del 1986.
Lia Pipitone è due volte vittima: come figlia del boss che non ha accettava la sua scelta di donna libera di sposarsi con un uomo che non faceva parte del clan e come protagonista di una ribellione al patriarcato che imponeva la sottomissione al padre padrone.
Al Giardino della memoria si sono ritrovati innanzitutto gli studenti delle scuole più vicine e cioè l'IPC Sperone -Pertini e il Sauro-Franchetti, e i ragazzi del liceo Meli con una numerosa delegazione che ha concluso la cerimonia con la lettura di una poesia dedicata a Lia Pipitone.
Ad aprire l'evento è stato il segretario e della sezione di Palermo della Anm Giuseppe Tango, quindi coordinati dal vice segretario regionale vicario di Assostampa Sicilia, Roberto Leone, si sono succeduti gli interventi del presidente dell’Ordine dei giornalisti Sicilia Roberto Gueli della presidente del consiglio di Assostampa Tiziana Tavella, di Mario Pintagro che cura il Giardino per conto del Gruppo cronisti e che ha spiegato la scelta dei mandorli sotto i quali sono stati installate le due nuove targhe. Roberto Puglisi, direttore di live Sicilia, quindi ha ricordato quel 25 novembre del 1983 quando lui, studente del Meli, solo per un caso non era fermo come Biagio e Giuditta alla fermata del bus. Poi insieme al fratello di Biagio, Vincenzo, ha scoperto la nuova targa. "Per 364 giorni all'anno cerco di dimenticare quello che è successo quel giorno. Ma oggi invece vale la pena di ricordare che oltre a Biagio e Giuditta, vittime per caso della violenza mafiosa, qui sono ricordati anche tutti quelli che sono morti per consentirci oggi di essere liberi". Quella dedicata a Lia Pipitone è stata invece scoperta da Alessio Cordaro figlio di Lia, insieme alla presidente del Consiglio regionale di Assostampa Tiziana Tavella. "Sono molto orgoglioso di questo riconoscimento della memoria che si fa oggi di mia madre che era una donna libera che ha pagato con la vita la sua scelta coraggiosa". Al Giardino il centro antiviolenza che ha preso il nome di Lia Pipitone, è stato rappresentato dall'avvocata Cettina Aiello.
Infine hanno chiuso gli interventi, l’assessore al Verde Pietro Alongi, in rappresentanza del sindaco Roberto Lagalla, e il prefetto di Palermo Massimo Mariani.
Entrambi hanno sottolineato l’importanza della memoria, ma soprattutto l’impegno che devono avere i giovani i ragazzi delle scuole nel testimoniare ogni giorno con i loro comportamenti, l’adesione a quei principi di vita e di correttezza che sono testimonianti anche dalle tante targhe che ricordano i caduti nella lotta alla mafia in quel luogo che deve essere sempre più aperto alla città.