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Racalmuto, inaugurato a “Casa Sciascia” il Centro studi economici intitolato ad Angelo Meli
La biblioteca di Angelo Meli, il giornalista scomparso prematuramente all'età di 61 anni, il 28 settembre dello scorso anno, continuerà a vivere. Mille libri, in gran parte di carattere economico oltre a numerosi saggi sulla mafia, potranno essere consultati dagli studenti e da chi ne farà richiesta a Racalmuto, il "paese della ragione" che ha dato i natali a Leonardo Sciascia. E proprio a "Casa Sciascia", l'appartamento dove lo scrittore abitò per circa 40 anni e che è stato recuperato grazie all'opera meritoria di Pippo Di Falco, è stato inaugurato ieri il Centro documentazione studi economici intitolato al cronista del Giornale di Sicilia morto improvvisamente un anno fa.
La cerimonia è stata preceduta da un momento di riflessione nell'aula consiliare del Comune, alla quale hanno partecipato la moglie Maria Rita Sgammeglia, la sorella Maria, la nipote Tiziana, parenti, amici e colleghi del giornalista. Dopo i saluti del sindaco, Lillo Bongiorno, la figura di Angelo Meli è stata tratteggiata con accenti commossi dal collega e amico Concetto Prestifilippo, dal presidente emerito del centro studi "Pio La Torre", Vito Lo Monaco, dal giornalista Giancarlo Macaluso del Giornale di Sicilia, e dal procuratore di Reggio Emilia Gaetano Paci, compagno di scuola di Meli con il quale ha condiviso a Canicattì le prime battaglie civili e antimafia. Il magistrato, oltre a sottolineare "il rigore morale e l'indipendenza di Angelo che gli costarono un alto prezzo da pagare e anche qualche umiliazione professionale" ha ricordato anche il bar gestito da Meli in paese, "punto di ritrovo e di scambio di idee ma anche luogo di accoglienza per i migranti che venivano a lavorare per la raccolta dell'uva Italia".
Durante l'incontro Angelo Meli è stato ricordato non solo per le sue doti umane, che facevano della sua casa un luogo sempre aperto ad amici e colleghi, ma anche per il suo impegno negli organismi di categoria, l'Ordine dei giornalisti e l'Assostampa, e come maestro nella professione per numerosi giovani giornalisti, molti dei quali presenti come Dario Cirrincione, Antonella Lombardi, o Desirè Ragazzi. La ricca donazione di libri e riviste di Angelo, selezionata dalla moglie, Maria Rita Sgammeglia, rappresenta un focus su mafia, politica ed economia, uno spaccato di 40 anni di battaglie e inchieste in Sicilia. Compresa quella sulla mafia, realizzata da Meli nel 1983 e che conteneva il nome di Salvo Lima, a quel tempo già discusso anche se ancora incensurato, che un professore tentò, senza successo, di fare cancellare, come ha ricordato Gaetano Paci. Uno dei tanti esempi della resilienza di Angelo Meli, giornalista senza padroni e senza padrini