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"Querele milionarie contro Bertè", interrogazione in Parlamento di Bonelli: "Attacco alla libertà di stampa"

«Il tema della libertà di informazione è un elemento fondamentale con il quale valutiamo la qualità della nostra democrazia. Osserviamo, purtroppo, come la politica odierna, a partire dal governo Meloni e dall'attuale destra, stia pesantemente tentando di condizionarla attraverso un'intromissione incredibile non solo nel servizio pubblico, ma anche in altri ambiti, come dimostra l'emendamento Costa che pone un vero e proprio bavaglio all'informazione, limitando la pubblicazione di ordinanze giudiziarie e altri provvedimenti". Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra ha annunciato una interrogazione parlamentare sul caso Bertè, il cronista di “Repubblica Palermo” che ha ricevuto una richiesta di risarcimento danni da un milione e mezzo di euro dopo le sue inchieste sull’università di Messina e sull’ormai ex rettore Cuzzocrea.
«Un esempio lampante di questa situazione – ha detto Bonelli nel corso di una conferenza stampa – è il fenomeno delle liti temerarie. Penso a casi come quello della diffida del sottosegretario Durigon al quotidiano Domani, o alla richiesta di danni per un milione e mezzo di euro ricevuta dal giornalista precario Fabrizio Bertè di Repubblica per gli articoli pubblicati sull'edizione di Palermo, solo per aver svolto il suo lavoro di informazione. Queste sono situazioni inaudite che condizionano pesantemente l'attività dei giornalisti, soprattutto dei più giovani e precari. La nostra iniziativa politica punta a tutelare la libertà di informazione, anche attraverso il controllo di operazioni che influenzano l'informazione stessa. Abbiamo pertanto contattato Elly Schlein, Giuseppe Conte, Carlo Calenda, Riccardo Maggi e Matteo Renzi, per sondare la possibilità di avviare un'iniziativa politica congiunta su questi temi. È Cruciale avviare un'iniziativa parlamentare in difesa della libertà di informazione e della qualità della nostra democrazia», ha concluso Bonelli.
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