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Palazzolo: "Leggi bavaglio, un colpo per la lotta alla mafia"
di Salvo Palazzolo
La legge Cartabia ci ha già costretto a dei drammatici passi indietro nella lotta alla mafia: nel momento in cui sarebbe necessario intensificare l’impegno di istituzioni e società civile contro la cultura mafiosa, ancora purtroppo strisciante, è arrivato un colpo fatale all’informazione, ma anche alla migliore comunicazione istituzionale. Sono state praticamente azzerate conferenze stampa e interviste, ovvero quegli strumenti che in questi anni, dopo le stragi Falcone e Borsellino, hanno presentato il volto affidabile dello Stato e hanno consentito di vincere una battaglia importante, nella lotta al racket: magistrati e investigatori ci hanno messo la faccia in una comunicazione pubblica che ha spiegato come la denuncia convenga sempre, perché in tempi brevi porta alla liberazione dal giogo mafioso. Commercianti e imprenditori si sono fidati.
Adesso, invece, le denunce sono in preoccupante calo, probabilmente per effetto del radicale cambio di strategia dell’organizzazione mafiosa, che sta mettendo in atto nei quartieri di Palermo una grande strategia di comunicazione: la mafia cerca di far dimenticare la stagione delle stragi e della violenza, prova a convincere che è solo “mafia buona”, come si diceva un tempo, i clan si propongono addirittura come agenzie di servizi. E, purtroppo, i messaggi arrivano ai destinatari: le indagini parlano di una preoccupante voglia di mafia fra commercianti e imprenditori, ad esempio per ottenere il monopolio nella vendita di un prodotto, per recuperare crediti o una refurtiva. E’ davvero il momento di una grande battaglia culturale nella lotta alla mafia. E, invece, in questo momento, abbiamo le armi spuntate nei racconti sul vero volto di Cosa nostra oggi. Sarà ancora più difficile parlarne e spiegare con le ulteriori restrizioni che si vogliono introdurre. A chi lavora per altre leggi bavaglio bisognerebbe ricordare le parole accorate di Paolo Borsellino: «Parlate di mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene».
Questo intervento fa parte di una serie di articoli di cronisti impegnati sul fronte della nera e della giudiziaria in Sicilia. Grazie ai colleghi che hanno accolto il nostro invito.
Di Girolamo: "Legge bavaglio, i cronisti di provincia i più penalizzati. E basta comunicati senza nomi"
Anselmo: "Leggi bavaglio e Cartabia, che mestiere dicemta quello di cronista?"