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Costante: «Solidarietà ai colleghi aggrediti e minacciati a Lampedusa. Raccontano la realtà non inventano i fatti»

Costante: «Solidarietà ai colleghi aggrediti e minacciati a Lampedusa. Raccontano la realtà non inventano i fatti»

Sull'isola per partecipare al convegno "Dalla guerra alle migrazioni, raccontare le crisi e l'Europa che verrà" in occasione del premio "Cristiana Matano", la segretaria generale Fnsi ha anche stigmatizzato i preoccupanti passi indietro nell'accoglienza dei migranti. 

“I giornalisti raccontano i fatti, non li creano. La gestione dei migranti su questa splendida isola ha altri responsabili, non certo i giornalisti. E neppure si può liquidare la questione come l’azione di teste vuote: vanno cercate le teste pensanti che stanno alzando oltre ogni limite il livello di insofferenza nei confronti dei giornalisti, della libertà di informare e di essere informati.”

Lo ha detto, ribadendo la solidarietà ai colleghi minacciati ed aggrediti a Lampedusa, Alessandra Costante segretaria generale della Fnsi intervenendo nel corso del seminario di formazione dal titolo: "Dalla guerra alle migrazioni, raccontare le crisi e l'Europa che verrà", organizzato con il patrocinio del Parlamento Europeo, dell'Ordine nazionale dei giornalisti, dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia, della Fnsi, delle Assostampa Sicilia e Palermo in occasione della ottava edizione del premio internazionale di giornalismo “Cristiana Matano”.

Una posizione espressa con determinazione anche dal presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli: " Inaccettabile minimizzare la gravità di quello che accade ai giornalisti. Minacce ed aggressioni sono sintomi di un grave problema sociale,non possono essere minimizzate." Bartoli ha detto ancora “Non esistono ragazzate, teste calde. Esiste un problema gravissimo da contrastare denunciando e facendo sì che gli autori vengano individuati e condannati.Le migrazioni sono certamente un fenomeno complesso da raccontare. Il primo tema deve essere per i giornalisti sempre quello di usare un linguaggio sempre appropriato e che non sia ideologizzato politicamente, giuridicamente corretto,fermo nel racconto della verità. Raccontiamo di persone e di vite. Le parole non possono mai essere optional." Bartoli ha sottolineato il pericolo della generalizzazione sempre più estrema sul ruolo dei giornalisti"quello che da fastidio sono le critiche generalizzate ai giornalisti.Tantissimi colleghi lavorano bene sull' immigrazione. Siamo stanchi di sentire gettare fango per quei pochi che non lo fanno. Ma questa pericolosa generalizzazione non avviene soltanto per il racconto delle migrazioni,ma per ogni fatto di cronaca dove sostanzialmente c'è ormai sempre una colpa dei giornalisti. Queste generalizzazioni, queste parole,rischiano di armare persone incapaci di capire la realtà dei fatti e fare partire la caccia al cronista."

Analoga fermezza è stata espressa anche da Giuseppe Rizzuto segretario regionale di Assostampa Sicilia “Chiediamo attenzione al legislatore ed a chi governa a tutti i livelli per poter continuare ad esercitare, informando, una giusta sovranità della cittadinanza. Il buco nero dell’informazione tende ad allargarsi pericolosamente. Norme che regolino la professione sono imprescindibili come l’innegabile libertà di informare.Garantire una piena cittadinanza va di pari passo con massicce dosi di professionalità di chi informa." 

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