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Ddl Lavoro, novità sulla ricongiunzione dei contributi previdenziali


Nel testo approvato dal governo nel giorno della Festa dei lavoratori anche una modifica della disciplina "allineando il rendimento previsto a quello offerto dal sistema contributivo, pari alla media quinquennale del tasso di crescita del Pil”.

palazzo chigi Roma estate 2021

Il  Consiglio dei ministri ha approvato ieri, lunedì 1° maggio 2023, con procedura d'urgenza, un disegno di legge in materia di lavoro, che interviene anche sull'istituto della ricongiunzione, ai fini previdenziali, dei periodi assicurativi per i lavoratori dipendenti, autonomi e per i liberi professionisti.

La nuova norma – si legge sul punto nel sintetico comunicato stampa del governo – "modifica la disciplina della ricongiunzione ai fini previdenziali dei periodi assicurativi, allineando il rendimento previsto a quello offerto dal sistema contributivo, pari alla media quinquennale del tasso di crescita del Pil".

Tuttavia, la disciplina della ricongiunzione - ai fini previdenziali - dei periodi assicurativi della gestione separata dell'Inpgi prevede che il giornalista iscritto può richiedere la ricongiunzione (in base alla legge n. 45  del 5 marzo 1990) dei contributi versati in altre forme di previdenza obbligatoria, con esclusione di quelli versati presso la Gestione separata dell'Inps.

La ricongiunzione deve obbligatoriamente riguardare tutte le contribuzioni versate in altre gestioni previdenziali obbligatorie, nessuna esclusa. I contributi oggetto di ricongiunzione sono quelli obbligatori, volontari, figurativi e da riscatto. Questi verranno trasferiti alla gestione separata dell'Inpgi da parte degli altri enti interessati maggiorati dell'interesse annuo composto del 4,5%.

Tale operazione - in base al combinato disposto dalla legge n. 45/1990 e dall'art.6 del Dlgs n. 42/2006 - non comporta alcun onere per il giornalista ed i contributi ricongiunti andranno ad implementare la sua posizione assicurativa.

È evidente che se il governo, con la modifica annunciata, intende ridurre dal 4,5% a circa l'1,0% (pari alla media quinquennale del tasso di crescita del Pil) la maggiorazione prevista dalla ricongiunzione in caso di trasferimento dei contributi, i colleghi interessati dovranno affrettarsi – nelle more dell'approvazione del disegno di legge – a perfezionare la richiesta di ricongiunzione dei contributi.

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