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Celebrati i 60 anni della Stampa parlamentare
Ha compiuto sessant’anni anni il sindacato Stampa parlamentare siciliana, l’anniversario è stato celebrato nella sala Mattarella di Palazzo dei Normanni, concessa dalla presidenza dell’Assemblea regionale siciliana e dalla segreteria generale dell’Ars.
Durante l’evento - cui hanno preso parte tra gli altri il presidente della Stampa parlamentare siciliana Alfredo Pecoraro, la vice presidente del sindacato Elvira Terranova, il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gaetano Galvagno, il segretario generale Fabrizio Scimè - il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia Roberto Gueli ha presentato gli Stati generali della Parola, dell’informazione e dell’Editoria che si inaugurano domani a Taormina.
Durante la manifestazione, il segretario della Stampa parlamentare Antonio Giordano ha consegnato targhe celebrative ai decani Giovanni Ciancimino e Piero Fagone. Franco Nicastro, consigliere dell’Odg Sicilia, nel corso del suo intervento ha ricordato i giornalisti scomparsi appartenenti alla Stampa parlamentare, a partire da Mario Obole, noto ai più per avere definito Tommaso Buscetta «il boss dei due mondi».
«Di Mario Obole - ha detto Franco Nicastro - ci resterà prima di tutto il suo ineffabile sorriso: una smorfia lieve piena di disincanto che proprio per questo sapeva esprimere un grande senso ironico. La sua abilità più spiccata, e per lui più divertente, come fosse un gioco, era quella di confondere l’interlocutore, che non riusciva quasi mai a capire dove l’ironia cedesse il passo a una visione tenacemente critica. Niente e nessuno veniva risparmiato dal suo stile bonariamente canzonatorio. A cominciare dal suo borgo, Castelbuono, che chiamava Castello buono, separando le parole con un trattino immaginario».
Nel corso della sua rievocazione, toccando argomenti di stretta attualità e tra questi il rapporto tra la politica e l’informazione indipendente, Nicastro ha ricordato come «proprio alla Regione il giornalismo ha dato testimonianze di indipendenza e prove di qualità. Basti rievocare la memoria di colleghi come Roberto Baudo, Saro Cristaudo, Rino Sirchia, Arrigo Pasquini, Camillo Pantaleone e Andrea Ballerini (solo per ricordare chi non c’è più). Anche loro hanno dimostrato che c’è sempre spazio per un’informazione che rivive in ogni contesto. Proprio qui, negli anni cruciali e memorabili della vita politica siciliana, si stampavano pubblicazioni di prestigio.
Tra tanti va ricordato il caso di Cronache parlamentari diretta da Salvatore Parlagreco. Era molto di più di una rivista istituzionale, la testimonianza di un giornalismo di spessore che ha avuto, tra gli interpreti, figure come quelle di Mario Palumbo (al quale è intestata non a caso la sala stampa) e Pippo Morina cronista dell’Ansa che dalla giudiziaria era approdato alla cronaca parlamentare. E poi c’era il caso unico e straordinario di Aldo Scimé, amico di Leonardo Sciascia e uomo di cultura, che divideva il suo impegno tra i vertici della burocrazia e il giornalismo radiofonico. Era la prova che non c’è conflitto quando il Palazzo e l’informazione seguono percorsi paralleli e indipendenti».