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Giornalisti minacciati. Il problema è un altro, si dice. Ma non è così


Lasciar correre produce rassegnazione e autocensura, nega il diritto dei cittadini di ricevere anche le informazioni più ‘scomode’ per il potere.

giornalisti e infortuni assicurazione

Sul tema delle minacce ai giornalisti che limitano la libertà di stampa e negano il diritto dei cittadini di sapere ciò che accade, la nuova legislatura è iniziata muovendosi – spiace doverlo constatare – nello stesso solco inconcludente delle precedenti: annunciando vaghi propositi di contrastare le molte violazioni della libertà di stampa e di espressione realizzate con violenza e abusi contro giornali, giornalisti, commentatori e altri opertori dei media.

Come all’inizio delle precedenti legislature, alcuni parlamentari hanno depositato  proposte di legge che ripropongono misure parziali e contraddittorie, proposte che dormono negli archivi parlamentari senza fare un passo avanti, perché per i nostri palamentari e leader politici il problema è un altro, ci sono sempre altre priorità e altre urgenze.

Purtroppo i media (quasi tuti) condividono questa valutazione e non sollecitano misure, né inseriscono questa questione nell’elenco delle questioni irrisolte che pubblicano periodicamente. Di conseguenza l’opinione pubblica, l’elettorato, i lettori restano a guardare passivamente come e la question non li riguardasse.

Qualcuno dovrebbe rompere questo equilibrio perfetto che produce immobilismo.

Non è facile, ma non è impossibile. Il monitoraggio e la vasta documentazione di Ossigeno per l’Informazione e di altri ha fornito motivi, ragioni, fatti per sollevare la questione. In Italia le minacce, le intimidazioni, le querele pretestuose sono moltissime, molte più delle centinaia che ogni anno Ossigeno per l’Informazione, con i suoi modesti mezzi, riesce a documentare fornendo dati di fatto accertati e non confutabili. La pioggia di intimidazioni, minacce, aggresioni, avvertimenti abusi e altri bavagli è continua e incessante, e l’impunità la alimenta.

Con quali conseguenze? Innanzitutto spingendo molti giornalisti minacciati a subire con rassegnazione, a rifugiarsi nell’autocensura, a girare la testa da un’un’altra parte di fronte alle insotizie che mettono in cattiva luce un potente, un criminale, un personaggio vendicatico. Ignorare queste notizie rende i notiziari dei piatti insipidi, insapore, che sempre più lettori preferiscono evitare, di cui si può fare a meno.

La crescente rassegnazione dei cronisti è rappresentata dal fatto che presentano meno denunce alle autorità.

Leggi: Giornalisti minacciati: Nel 2022 100% in più e meno denunce

Che cosa si dovrebbe fare lo hanno detto da tempo Ossigeno e altri soggetti molto più autorevoli (UNESCO, OSCE, ONU Consiglio d’Europa, per citare soltanto alcuni fra i più autorevoli), che non si stancano di ripeterlo sottolineando l’urgenza delle contromisure.

In Italia ci sono leggi e procedure da cambiare, inadempienze da superare, lacune da colmare; ci sono moltissime vittime di queste violazioni del diritto di informazione e ci sono tantissime vittime delle storture esistenti che hnno bisogno di aiuto per resistere ai sorprusi, giornalisti e giornali da assistere concretamente in attesa che cambino leggi e procedure.

Chi dovrebbe fare qualcosa? Non solo Governo, Parlamento, magistratura, ma anche giornali, politici (almeno quelli che fanno a gara per difendere lo stato di diritto), gli stessi giornalisti e soprattutto i cittadini, i lettori, gli elettori, ai quali, lasciando correre intimidazioni e minacce, si nega il diritto di ricevere tutte le informazioni utili per partecipare alla vita pubblica in modo consapevole e informato.

Alberto Spampinato ossigeno.info

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