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Il Coordinamento precari di Repubblica proclama lo «stato di agitazione immediato»
Dal diniego dell'azienda al confronto, ai mancati rinnovi dei contratti ad alcuni collaboratori storici, fino all'annuncio di un taglio di budget in alcune redazioni: lungo l'elenco delle motivazioni che hanno portato alla mobilitazione dei giornalisti che si riservano di organizzare iniziative di protesta.
«Immediato stato di agitazione dei giornalisti precari di Repubblica». Lo proclama il Coordinamento precari del quotidiano diretto da Maurizio Molinari, supportato da Fnsi e Assostampa regionali, che chiede «l'attuazione della procedura di raffreddamento ai sensi della normativa in vigore». Lungo l'elenco delle motivazioni che hanno portato i giornalisti alla mobilitazione.
«Nonostante quasi due anni di tentativi del Coordinamento di ottenere una convocazione da parte dell'azienda per ridiscutere i contratti con cui i precari prestano un servizio quotidiano alla testata (andando sistematicamente ben oltre le indicazioni contrattuali) – si legge in una nota – il Coordinamento non ha mai ottenuto risposta; a gennaio ormai cominciato molti giornalisti precari non hanno ancora ricevuto notizie da parte dell'azienda sul rinnovo del proprio contratto, sebbene non abbiano mai interrotto il loro impegno quotidiano, richiesto dalle redazioni, per garantire l'uscita del giornale».
E ancora: «In tutte le redazioni sono state promesse possibili assunzioni a un gran numero di storici collaboratori, in numero ampiamente superiore alle assunzioni concretamente possibili; da parte dell'azienda non c'è mai stata chiarezza sui numeri né i destinatari delle future assunzioni; in alcune redazioni locali di Repubblica sono stati annunciati dei tagli di budget dei collaboratori, nonostante nell'accordo del 23 settembre fosse chiaramente indicato che i budget delle redazioni non sarebbero stati toccati; non è stato rinnovato il contratto annuale ("jobs act") di due componenti del Coordinamento dei precari di Repubblica che nelle scorse settimane hanno depositato un ricorso contro Repubblica presso il Tribunale del lavoro; già nei mesi scorsi – ricordano i giornalisti –, immediatamente dopo l'invio di una serie di diffide all'azienda ad agosto, a uno storico collaboratore senza contratto è stato impedito di proseguire la collaborazione con Repubblica».
Per questi motivi, concludono i collaboratori di Repubblica, «il Coordinamento dei precari proclama lo stato di agitazione con effetto immediato e si riserva di organizzare iniziative di protesta».