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Dichiarazioni Montante contro Barresi, solidarietà Assostampa Sicilia
"I cronisti quando seguono un avvenimento non fanno il tifo per qualcuno o qualcosa e non ci sono dubbi sul lavoro del collega Mario Barresi, giornalista attento e scrupoloso de La Sicilia, i cui articoli relativi al processo di Caltanissetta sono stati definiti dall'imputato Antonello Montante, condannato in primo grado, "esternazioni di stile calcistico di giornalisti faziosi e di parte".
Lo scrive in una nota il segretario regionale di Assostampa Sicilia, il sindacato unitario dei giornalisti a seguito di una dichiarazione dell'ex leader di Confindustria, sotto processo per corruzione.
"Barresi da vero cronista - aggiunge Ginex - ha seguito in questi mesi il processo a porte chiuse, confrontandosi con le fonti che in questo caso non possono che essere i legali, pertanto le offese a suo carico sono fuori luogo, ingiuste e faziose. L'onestà intellettuale e professionale del collega Barresi, al quale va la solidarietà di Assostampa Sicilia, non può essere messa in dubbio da nessuno, nemmeno da Montante. I giornalisti sono chiamati a raccontare fatti, non siedono sugli spalti di uno stadio e le sentenze le scrivono i giudici", conclude Ginex.
«È sorprendente che il questore di Caltanissetta, che dovrebbe mantenere un contegno istituzionale, si abbandoni e condivida sui social esternazioni di stile calcistico di giornalisti faziosi e di parte (non rendendosi neppure conto di quanto le stesse risultino offensive per la Corte) anticipando gli esiti di una sentenza di conferma (dallo stesso evidentemente auspicata)». Lo ha dichiarato l’ex leader di Confindustria Sicilia Antonello Montante, sotto processo per corruzione, in seguito al post su facebook del questore di Caltanissetta Emanuele Ricifari, che, riprendendo un articolo di giornale sull'udienza Montante di ieri e per difendere i suoi uomini, a proposito delle dichiarazioni rese in udienza dall’imputato aveva scritto: «Tentativo (ormai fallito) di avvelenare pozzi di un’inchiesta minuziosa. Da già condannato a 14 anni e mezzo in abbreviato, dopo aver annunciato rivelazioni storiche, rivela una realtà di chiacchiere consunte e messaggi - deboli - trasversali. A difesa: il nulla cosmico». Il questore Ricifari, raggiunto telefonicamente, non ha voluto replicare: «Non faccio polemiche con imputati. Non spettano a me. Ma non consento di attaccare l’istituzione e i suoi uomini».
Montante interviene anche sul presidente nazionale della Commissione Antimafia Nicola Morra, definendo la sua presenza ieri, all’aula bunker di Caltanissetta, inquietante. «E' un chiaro tentativo di intimidazione della Corte che dovrà giudicarmi nel giudizio di appello. - spiega - È una inspiegabile ed ingiustificabile invasione di campo di un organo istituzionale, che piuttosto che assumere il ruolo di arbitro imparziale, nelle sedi di propria competenza, assume il ruolo di dodicesimo uomo in campo. Io sono certo che la Corte non si lascerà intimidire. Ma ritengo inammissibili ed in violazione del diritto costituzionale di difesa, le pressioni mediatiche sul processo che mi vede imputato, soprattutto da parte di Istituzioni della Repubblica Italiana». «È questa la ragione per cui avevo auspicato in primo grado che il processo venisse trasferito da Caltanissetta, anche se dopo le attente valutazioni della Corte di Appello, dimostrate nella puntuale rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale e nell’attenzione alle dichiarazioni da me rese in sede di esame testimoniale - conclude Montante - sono certo che giustizia sarà fatta».
«Il signor Antonello Montante, che tenta in tutti i modi di guadagnare spazi sui giornali con l'obiettivo di alleggerire la propria figura dalle accuse che lo hanno già portato a una pesante condanna in primo grado, accusa - senza farne il nome - il collega Mario Barresi di essere fazioso». Lo afferma il Cdr del quotidiano La Sicilia sottolineando che questo è accaduto «dopo che il Questore di Caltanissetta ha rilanciato su Facebook un articolo scritto proprio da Barresi e pubblicato su questo quotidiano». «Sono offese gratuite e che, anche alla luce della storia professionale del collega - aggiunge il Comitato di redazione - restituiamo al mittente. La Sicilia riporta fatti, notizie e non ha l’intento di tirare la volata ad alcuno o di scrivere in anticipo sentenze. Stia tranquillo, dunque, il signor Montante. Se ha argomenti validi per difendersi li porti nelle aule di tribunale. Viceversa lasci stare i giornalisti, che pensano a fare il loro mestiere in un panorama già reso difficile da una crisi economica che minaccia la loro tranquillità e che non può essere appesantito da chicchessia».