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L'agente “Libellula" riammesso. L'Ordine lombardo non riapre il caso
Con una votazione a maggioranza (due favorevoli, quattro contrari e un astenuto), il consiglio dell'Ordine regionale della Lombardia ha bocciato ieri sera la riapertura del caso relativo all'ex vicedirettore di Libero Renato Farina. Lo comunicano tre consiglieri dell'Ordine lombardo dei giornalisti. La richiesta era stata avanzata in seguito alle dimissioni per protesta contro la riammissione di Farina all'Albo dei giornalisti professionisti di tre consiglieri dell'Ordine nazionale e di fronte alla richiesta esplicita di riesame della pratica da parte di quattro Ordini regionali. Secondo quanto riferiscono i tre consiglieri, giovedì sera il consiglio dell'Ordine della Lombardia, dopo due mesi di rinvii, ha votato la proposta di delibera in cui si chiedeva la revoca 'in autotutelà della delibera assunta il 14 settembre scorso e il rinvio della pratica all'Ordine nazionale perchè potesse deliberare sulla domanda di riammissione. Renato Farina era stato radiato dallo stesso Consiglio nazionale dell'Ordine dei Giornalisti per cinque anni dopo la condanna a sei mesi di reclusione in seguito al patteggiamento. La Corte di Cassazione ha poi annullato il provvedimento, poichè Farina si era dimesso dall'Ordine. Passati i cinque anni, Farina ha comunque chiesto la riammissione. In una dichiarazione fatta mettere a verbale dai tre consiglieri che hanno avanzato la proposta, è scritto che la riapertura del caso si rende necessaria non solo «per la richiesta avanzata da più parti dai colleghi» ma anche perchè «il caso Farina costituisce un precedente importante nella valutazione - sotto il profilo deontologico - di un iscritto che dopo essere stato radiato chiede la riammissione all'Albo. Vuoi perchè si tratta di un caso mai accaduto in passato, vuoi perchè dal punto di vista procedurale la normativa non è chiara. Motivo per cui un riesame da parte dell'Ordine nazionale non potrà che fare ulteriormente chiarezza nel caso in futuro si presentino episodi simili».