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Giornalisti sfruttati e beffati. Abusivi pagati da 1 a 4 euro ad articolo, ma per il consiglio di disciplina il direttore che li impiega non ha colpa


giornalisti freelance precari
Il 13 dicembre 2019 è una brutta data per i giornalisti siciliani. È stata notificata in Procura, a Palermo, la delibera del Consiglio di disciplina che ha assolto il direttore responsabile di un quotidiano e dell’emittente ad esso collegata accusato di avere impiegato per anni, abusivamente, soggetti privi di titolo (non giornalisti) per un numero spropositato di articoli, pagati da 1 a 4 euro.

Questo nonostante che il direttore responsabile sia tenuto a promuovere il rispetto dei principi della Carta di Firenze, norma deontologica dell’Ordine dei giornalisti che impone il rispetto di un’equa retribuzione, sia posto un freno allo sfruttamento e alla precarietà, vengano correttamente applicate le norme contrattuali sui trattamenti economici.
La Carta di Firenze prevede che “tutti i giornalisti sono tenuti a segnalare ai Consigli regionali situazioni di esercizio abusivo della professione e di mancato rispetto della dignità professionale. Gli iscritti all’Ordine che rivestano a qualunque titolo ruoli di coordinamento del lavoro giornalistico sono tenuti a non impiegare quei colleghi le cui condizioni lavorative prevedano compensi inadeguati. La violazione di queste regole, applicative dell'art. 2 della Legge 69/1963, comporta l'avvio di un procedimento disciplinare.”

Il procedimento contro il direttore responsabile che è stato archiviato concerneva anche altri violazioni, tra cui quelle relative alle incompatibilità previste dalla legge 150/2000 per i giornalisti che lavorano per un ufficio stampa e contemporaneamente per la redazione di una testata.

Al direttore responsabile è stato contestato di aver commesso una serie di condotte non conformi al decoro e alla dignità professionale e di fatti che hanno compromesso la dignità dell'Ordine, consentendo – in quanto soggetto posto al vertice dell’organizzazione redazionale della testata – che i collaboratori esterni del quotidiano venissero retribuiti con compensi irrisori, compresi in media fra 1,00 e 4,00 euro per ciascun articolo o con retribuzioni comunque insufficienti e contrarie ai principi di cui all’art. 36 della Costituzione e al decoro professionale.
Per un verso, l’utilizzazione dei tirocinanti è stato così intenso e anomalo da configurare l’esercizio abusivo della professione giornalistica. Per altro verso, poiché per il carico di lavoro assegnato alcuni dei lavoratori avrebbero dovuto essere assunti come praticanti, e come tali essere iscritti all’Albo dei giornalisti, è del tutto evidente che il compenso loro erogato è stato del tutto incongruente ed irrisorio.

Sono state contestate in particolare le violazioni di cui alle seguenti prestazioni:
- 355 articoli, ricompensati complessivamente con 1131,50 euro, alla media di 3,18 euro ad articolo;
- 130 articoli, per compensi complessivi di 217,75 euro, alla media di 1,67 euro ad articolo;
- 196 articoli per compensi complessivi di 855,20 euro, alla media di 4,36 euro;
- 1295 tra articoli, notizie in breve e foto, alla media di 1,80 articoli pubblicati ogni giorno, su base settimanale di sette giorni su sette, domeniche e festivi inclusi; articoli retribuiti con 2829,56 euro, alla media di 2,18 euro al pezzo;
- 5288 tra articoli, brevi e foto, alla media di 7,36 articoli al giorno, su base settimanale di sette giorni su sette, domeniche e festivi inclusi; articoli retribuiti con 6858,38 euro, alla media di 1,29 euro ad articolo;
- 1077 tra articoli, foto e brevi, alla media di 1,5 al giorno, su base settimanale di sette giorni su sette, domeniche e festivi inclusi; per un compenso di complessivi 6397,90 euro, alla media di 5,94 euro ad articolo, nel periodo compreso tra il 2010 e il 2011;
- 821 articoli, alla media di 1,14 al giorno, su base settimanale di sette giorni su sette, domeniche e festivi inclusi; per un compenso di complessivi 6474,68 euro, somma che comprende le retribuzioni versate per il confezionamento e la conduzione regolare, secondo una precisa turnazione, di programma radiofonico;
- 953 articoli, alla media di 1,32 al giorno, su base settimanale di sette giorni su sette, domeniche e festivi inclusi; ciò dietro compenso di 6889,48 euro, alla media di 7,2 euro ad articolo;
- 622 articoli alla media di 0,86 al giorno, su base settimanale di sette giorni su sette, domeniche e festivi inclusi; per compensi complessivi di 2631,04 euro, somma che comprende le retribuzioni versate per il confezionamento e la conduzione regolare, secondo una precisa turnazione, di programma radiofonico;
- 95 articoli per compensi complessivi di 964,70 euro, alla media di 10,16 a pezzo – soggetto all’epoca privo di titolo, poiché non ancora iscritto all’Ordine dei giornalisti – per pubblicare articoli e servizi in forma continuativa, professionale e regolare, aventi ad oggetto la squadra del Palermo calcio, squadra militante nel campionato di Serie A, utilizzando di fatto l’autore, in violazione di quanto disposto dal CCNLG, anche come “inviato” nel ritiro di Bad Kleinkirchheim (Austria) e pubblicando i servizi da lui prodotti quotidianamente e trasmessi da quella località;

Il direttore incolpato ha affermato in una lettera a sua firma, con riferimento all’indagine svolta dal Consiglio dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia per motivi attinenti all’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, che la verifica sollecitata al suo quotidiano “coinvolge la responsabilità del Consiglio che ci ha chiesto di compierla”, asserendo che l’Ordine professionale avrebbe utilizzato un “tono inquisitorio nei confronti di un giornale che rispetta le regole, sempre. Senza bisogno delle sollecitazioni dell’Ordine”.

Da sottolineare anche il tempo eccessivo del procedimento disciplinare, vista la chiara esposizione delle contestazioni e l'assoluta mancanza di un equo compenso.

L’archiviazione pone la necessità di una profonda riflessione all’interno della categoria, di cui fanno parte anche i giornalisti che compongono il Consiglio di Disciplina, per comprendere come porre definitivamente un argine allo sfruttamento, al “tesserinificio”, agli abusi di ogni tipo.

Nell’attuale situazione di crisi occupazionale, non è più tollerabile che restino inapplicate perfino le norme emanate dall'Ordine per il contrasto alla precarizzazione, il cui adempimento spetta direttamente agli stessi giornalisti.

 

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