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Ufficio stampa ex provincia – I giornalisti avevano diritto alla stabilizzazione - La Corte di appello di Roma: “ Era rapporto di lavoro subordinato”


Il rapporto di lavoro dei giornalisti in servizio presso l’Ufficio stampa della ex Provincia regionale di Palermo dal 2002 al 2007 era di natura subordinata e gli stessi dovevano essere inquadrati con il contratto giornalistico. Lo ha stabilito la sentenza della Corte di Appello di Roma (sezione lavoro e previdenza)  che ha così confermato il pronunciamento di primo grado del Tribunale di Roma che aveva accolto la tesi dell’Inpgi e degli stessi giornalisti costituiti nel giudizio. La sentenza è ormai passata in giudicato non avendo la Provincia regionale di Palermo (oggi Libero Consorzio dei Comuni) proposto ricorso in Cassazione. E’ stato quindi confermato, alla luce di un consolidato principio affermato in più riprese dalla Cassazione in materia giornalistica, che “ai fini dell’individuazione del vincolo rileva specificamente l’inserimento continuativo ed organico delle prestazioni nell’organizzazione d’impresa e, contrariamente a quanto asserito dall’appellante (la Provincia regionale di Palermo), la subordinazione emerge già dalla stessa produzione documentale effettuata dalla ricorrente ed in particolare dalle deliberazioni con le quali sono state innanzitutto disciplinate l’organizzazione e le modalità dell’ufficio stampa. Già la circostanza – prosegue la Corte, Presidente Annalisa Di Paolantonio – che i giornalisti siano stati chiamati a ricoprire posti previsti nella pianta organica dell’ente, in attesa dell’espletamento delle procedure concorsuali, è indicativo dello stabile inserimento degli stessi nell’organizzazione dell’ente”.
“La sentenza – afferma il segretario regionale dell’Assostampa Alberto Cicero -  conferma fra l’altro come i giornalisti avessero pienamente i requisiti per la stabilizzazione ai sensi delle leggi finanziarie 2006 e 2007, così come avvenuto per altre categorie di lavoratori e per altri giornalisti nella stessa fattispecie.  La Provincia invece di stabilizzare i giornalisti, decise di bandire un concorso, di nuovo a tempo determinato seppur con una riserva a loro favore, che i giornalisti vinsero, e che doveva essere propedeutico finalmente alla stabilizzazione. Ma al termine del periodo dei tre anni, malgrado il Tribunale di Roma si fosse già espresso -  aggiunge Cicero -  i giornalisti furono mandati a casa dopo un vergognoso rimpallo di responsabilità fra politica e burocrazia, che, facendo trascorrere surrettiziamente mesi e mesi per procedere, invocarono poi le successive norme sulla spending review. Si trattava, è bene ricordarlo, di colleghi con titoli, professionalità e anzianità di servizio, in alcuni casi ultra ventennale, ampiamente riconosciute e riconoscibili. Al contrario dei giudici romani, invece, la magistratura amministrativa di Palermo (Tar e Cga) non ha riconosciuto a questi colleghi alcun diritto, nemmeno il risarcimento danni per la perdita di chance, con due sentenze davvero sconcertanti, che non hanno fra l’altro tenuto clamorosamente in alcun conto delle pronunce della Corte di Giustizia Europea sul ricorrente abuso dei contratti subordinati a termine da parte della pubblica amministrazione italiana. Un altro caso dunque di giustizia illogica e incoerente ai danni dei giornalisti”.

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