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Vertenza “La Sicilia”: riconosciuti ai collaboratori crediti per oltre mezzo milione

Vertenza “La Sicilia”: riconosciuti ai collaboratori crediti per oltre mezzo milione

Dal 15 maggio possibile avviare la riscossione coattiva attraverso il legale del sindacato dei giornalisti.

La fine della gestione dei commissari giudiziari e Il ritorno all’editore Mario Ciancio delle aziende del gruppo che erano state sottoposte a sequestro dal Tribunale di prevenzione su richiesta della Procura della repubblica di Catania, pone fine a oltre un anno di incertezze e di preoccupazione, soprattutto per i redattori e i collaboratori del quotidiano “La Sicilia” i cui crediti nei confronti della società Domenico Sanfilippo spa sfioravano il milione di euro.
Un contenzioso in corso da anni, segnato da decine di incontri sindacali, una infinta serie di rinvii, accordi disattesi, promesse mancate, impegni non mantenuti e, soprattutto, collaborazioni e prestazioni non pagate.
Adesso i commissari hanno finalmente posto un robusto argine a questa deriva del debito. A fronte delle richieste di pagamenti per complessivi 877 mila euro, presentata dall’avvocato dell’Associazione siciliana della stampa Ugo Costanzo per conto di 70 giornalisti (tra dipendenti, ex dipendenti e collaboratori de La Sicilia non solo di Catania), i commissari hanno riconosciuto un debito pari a 620 mila euro.
Queste somme, che in tutti questi anni non erano mai state definite, o per sciatteria amministrativa o per mai giustificati ridarti nei conteggi e che soprattutto i collaboratori avevano chiesto invano, adesso – come si sua dire in termini di legge – sono “certe ed esigibili”. Ossia sono riconosciute dall’azienda come dovute e dunque possono e devono essere messe in pagamento. Se l’azienda non dovesse farlo i giornalisti -creditori- potranno rivolgersi alla magistratura ordinaria disponendo oggi, finalmente, di un titolo certo.
Per questo motivo a tutti i giornalisti che hanno presentato le istanze nei termini previsti (entro il 19 agosto del 2019), che si sono costituiti in giudizio con l’assistenza della sezione di Catania del sindacato dei giornalisti nell’udienza del 13 novembre del 2019, e i cui crediti sono stati riconosciuti dai commissari col documento “Verifica dei crediti - progetto di stato passivo, procedura 8/2015”, potranno presentare decreto ingiuntivo nei confronti della Domenico Sanfilippo spa chiedendo il pagamento immediato delle somme vantate.
A tutti i giornalisti costituitisi in giudizio, l’avvocato del sindacato ha già inviato una mail informandoli di questa nuova situazione determinatasi dopo della sentenza della Corte d’appello che ha respinto anche il ricorso col quale la Procura chiedeva la sospensione della sentenza che disponeva il dissequestro delle aziende dell’editore Mario Ciancio.
Ovviamente, l’azienda potrà ancora opporsi ai provvedimenti esecutivi ma sarà difficile che si trovino motivazioni adeguate e giuridicamente consistenti considerato che i commissari nominati dal Tribunale quei debiti sempre negati e mai pagati li hanno certificati, riconosciuti e ufficializzati.
Tra le somme vantate dai giornalisti e riconosciute dai commissari (che variano tra gli oltre 100 mila euro e le poche centinaia di euro) vi sono anche i mancati versamenti al fondo di pensione complementare delle quote di Tfr per tutti i giornalisti ancora dipendenti de La Sicilia e per quelli prepensionati nell’ottobre del 2017, oltre a decine di collaborazioni mai saldate o saldate solo parzialmente dall’amministrazione della Dse sotto la gestione della famiglia Ciancio.
E in realtà le cifre definite dai commissari non comprendono nemmeno tutto il pregresso lamentato dai collaboratori. Questo per due motivi: primo, perché i commissari hanno retrodatato le loro ricerche amministrative per un massimo di 5 anni a partire dal 24 settembre 2019 poiché oltre quella data interviene la prescrizione; secondo, perché non tutti i giornalisti, soprattutto i collaboratori, disponevano di adeguate pezze di appoggio (come, per esempio, le note di collaborazione firmate dai capiservizio) e dunque si sono limitati a presentare solo un elenco degli articoli inviati al giornale ma non certificate.

Sempre per quanto riguarda i giornalisti della Domenico Sanfilippo editore spa, ma anche per quelli della Gazzetta del Mezzogiorno di Bari, è pendente una questione ancora più delicata.
Le due aziende negli ultimi anni non hanno versato regolarmente i contributi all’Inpgi (istituto di previdenza dei giornalisti) e alla Casagit (la Cassa sanitaria) e i loro debiti ammontano a quasi 15 milioni di euro. L’Inpgi ha già presentato un decreto ingiuntivo di poco inferiore ai 4 milioni di euro per il mancato versamento dei contributi de “La Sicilia” e di quasi 6 milioni per la “Gazzetta”. Lo stesso ha fatto Casagit per circa 5 milioni di euro per le due testate.
Questi decreti ingiuntivi – per somme certe ed esigibili, dovute per leggi e per contratto, e adesso riconosciute doverosamente anche dai commissari giudiziari - erano già stati emessi dalla magistratura ordinaria ma poi sospesi per via della gestione commissariale che rende i beni dell’azienda sottoposta a sequestro preventivo non aggredibili dai creditori. Adesso però quei decreti ingiuntivi saranno immediatamente eseguibili. Già a partire dal 15 maggio prossimo, data in cui dovrebbe riprendere a pieno ritmo l’attività giudiziaria finora sospesa per il Coronavirus.
Per fare fronte a questa difficilissima situazione debitoria il gruppo Ciancio ha affidato la ristrutturazione del debito delle aziende al catanese, prof. Vito Branca, presidente di Riscossione Sicilia e presidente, tra l’altro (per nomina del Governo nazionale), anche del Collegio dei sindaci dell’Istituto di previdenza dei giornalisti che, nel disgraziato caso di mancato pagamento, dovrebbe anche chiedere il fallimento delle aziende debitrici.

 

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